Finalmente la rivincita dei telefilm americani

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Finalmente c'è riuscito: il telefilm Dr.

House, domenica scorsa, è stato il programma più visto; forse siamo vicini ad una tanto attesa rivalutazione dei serial americani, veri e propri capolavori della tv moderna.
Un attimo però, la rivalutazione del serial alla quale mi riferisco non è da attribuirsi al popolo televisivo, che in gran parte già conosce la qualità di questi prodotti, quanto piuttosto ad una nuova politica dei palinsesti che da quest'anno – forse – potrebbe perdere l'abitudine di trattare simili risorse come semplici tappabuchi.

I serial americani sono la parte più nobile dell'intrattenimento televisivo, sono piccole perle da proteggere mantenendo costante il giorno di programmazione e l'orario (regola disattesa più volte qui da noi) ed evitando accorpamenti di più puntate oltre alle classiche due.
Forse dopo la vittoria di Dr. House e dell'ormai più che rodata squadra di CSI: Miami, qualcosa potrebbe cambiare: potremmo assistere ad un anno zero dei serial in Italia.
Entro dicembre ne vedremo molti sulla nostra tv generalista, alcuni sono già partiti (i già citati, ma anche la seconda stagione di Lost – su Fox -, The O.C., Prison break, My name in Earl, N.C.I.S.

e Criminal minds), tanti altri andranno in onda entro il prossimo dicembre: 24, Smalville, Supernatural, Desperate housewives, The Closer, Medium, Grey's anatomy.
Abbuffatevi pure, non hanno controindicazioni.