Elegante, fresco, divertente…
La giostra degli aggettivi coatti si è messa in moto sui Giornali per lusingare Fiorello e Baldini.
A ragion veduta.
Il loro "show in tempo reale", scandito al netto dei tempi morti come nelle partite di basket, è davvero gradevole.
L'operazione comportava il rischio di congelare un po' la freschezza del goliardico master Viva Radio 2, calco del mini show televisivo.
Non era facile inquadrare nella raffinata cornice evocativa del Varietà degli anni '60-'70 lo spensierato laboratorio di sketch radiofonici.
Dare una forma classica all'inventiva libera e un po' trasgressiva dell'intrattenimento parlato.
Era un prezzo da pagare.
Il vantaggio di una fabbrica è in ogni caso di sfornare prodotti perfettibili. E la sfida di riprodurre il sapore frizzante di Viva Radio 2 in un programma tv precotto in differita (si registra il pomeriggio) è di certo da rilanciare da parte di uno staff di inventori ingegnosi: Fiorello, Baldini, gli autori Francesco Bozzi, Riccardo Cassini, Alberto Di Risio, Federico Taddia.
FIORELLO, L'ANTI-FORMAT
Viva Radio 2 è stato definito da Aldo Grasso un laboratorio di sperimentazione.
Eppure, gli operai di questa fabbrica di idee non hanno creato con Viva Radio 2minuti un format per la tv.
Pur essendo un generatore a corrente continua di fantasia, il minishow di Rai Uno è infatti solo una declinazione parodistica del vecchio Varietà. Ancorato ad uno schema consueto.
Produce tante idee brillanti, che sono la sua benzina.
Troppe.
Mentre un format ne sviluppa una sola, originale, e la struttura in modo complesso.
Il format non è per Fiorello, che lo vampirizza per eccesso di talento. Eppure, anche lui, o Benigni, o Celentano, potrebbero dare un tributo al totem indispensabile alla moderna industria dell'entertainment: il Format.
LO SHOW MAN ANTIFORMAT CREA I FORMAT. PER CONTRATTO…
Una ovvia logica conseguente, suggerisce a questo punto una proposta alla indebitata Tv di Stato. Che spende un miliardo e mezzo l'anno per foraggiare Endemol e C..
E se la Rai capitalizzasse la capacità creativa di questo personaggio-evento costringendolo ad ideare format? Se risparmiasse sui costi inserendo una clausola nel suo contratto che lo "obblighi" a dare nuovi programmi all'azienda?
Un talento che riversa nei suoi spazi tante nuove soluzioni ogni giorno, sarà pur capace di crearne una distintiva di un format da far sviluppare ai "tecnici" che lo collaborano!
E se la vulcanica Officina di Fiorello sfornasse qualcosa di più stabile e redditizio che non le effimere gag di ogni sera? Perchè la Rai non massimizza i profitti di questo macchina di idee?
Lo show man che "distrugge" i format per eccesso di personalità artistica, potrebbe progettarli per gli altri. E come lui, tutti i personaggi-evento del piccolo schermo: Benigni, Celentano.
Chissà cosa ne pensano i membri del Consiglio di amministrazione dell'azienda. Quelli che comandano in casa Rai.
E l'azienda a cui mi riferisco è la Endemol, naturalmente…