Al di là dello stretching e dell’attività fisica indispensabili per il nostro benessere psico-fisico, in certi casi un’altra cosa che ci può aiutare è la fisioterapia. Se ne parla molto ma forse non è ancora ben chiaro cosa sia e di cosa si occupa, e soprattutto chi sia l’addetto al lavoro. Ecco qui di seguito cos’è la fisioterapia e i consigli per capire quando serve realmente.
Fisioterapia: che cos’è?
La fisioterapia, o per dirla in maniera più corretta, la fisiatria è una branca della medicina che ha come scopo quello di curare e riabilitare parti del corpo lese o malate. Si occupa di tutti gli aspetti curativi e riabilitativi, dalla diagnosi alla terapia fino alla prevenzione. Può interessare chiunque e qualunque zona del corpo che vada ad intaccare l’apparato locomotore o il sistema nervoso. Detto ciò, possiamo distinguere i due termini iniziali. La fisiatria è un macro settore che può raggruppare al suo interno diverse aree come l’ortopedia, la neurologia, la reumatologia, la geriatria, la cardiologia, la pneumologia, la pediatria e la posturologia. Tra di esse, possiamo trovare anche la fisioterapia.
Fisiatra o fisioterapista?
Una volta fatta la distinzione tra fisiatria e fisioterapia, non ci resta che farla su fisiatra e fisioterapista. Infatti, queste due professioni, nonostante lavorino in parallelo e a stretto contatto, hanno ruoli e competenze differenti. Il fisiatra è un medico a tutti gli effetti, è laureato in medicina con specializzazione in fisiatria. Mentre il fisioterapista è un professionista sanitario e ha di conseguenza frequentato un corso di laurea specifico. A livello pratico, il primo effettua la diagnosi sul paziente, il secondo trova la cura più specifica e adatta alla diagnosi del fisiatra.
Fisioterapia: quando serve?
Arrivati a questo punto, possiamo finalmente rispondere alla domanda iniziale, ovvero cercare di capire quando questa disciplina specifica serve realmente. In sintesi, serve per:
- combattere i dolori lombari
- migliorare problemi cardiovascolari come l’asma, la broncopneumopatia cronica ostruttiva, la fibrosi cistica
- “prevenire” sintomi legati a patologie neurologiche come l’ictus, la sclerosi multipla, il Parkinson
- migliorare disturbi neuromuscoloscheletrici come il mal di schiena, il colpo di frusta, lesioni sportive e artriti
- gestire problemi muscolari o osteoarticolari
- gestire problemi legati alle disfunzioni articolari
- migliorare problemi legati all’invecchiamento
- aiutare in fase di parto
- aiutare in previsione di un evento sportivo.
Per risolvere problemi e riabilitare i pazienti, il fisioterapista si serve di mezzi fisici o meccanici come le radiazioni luminose (la fototerapia), il calore (la termoterapia), l’elettricità (l’elettroterapia), l’acqua (l’idroterapia). O più semplicemente si avvale di una serie di esercizi fisici studiati e mirati per la diagnosi in questione. In via generale, per poter scegliere la terapia più consona per il paziente, bisogna considerare il tipo di infortunio, il tipo di dolore e la zona del corpo interessata.
Al di là di quanto detto finora, la pratica più utilizzata in fisioterapia è quella della forza meccanica esercitata con l’uso delle mani sulle parti colpite. Si possono effettuare massaggi, chinesiterapia, terapia manipolativa, ginnastica medica e rieducazione funzionale.