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Franco Califano è stato un grande e prolifico cantautore italiano, il cui talento artistico è stato però spesso offuscato dal suo personaggio: schietto, irriverente e completamente sopra le righe, Il Califfo ha vissuto una vita disordinata e bohemienne ed è entrato nell’immaginario collettivo di generazioni di italiani.
Franco Califano nacque a bordo di un aereo che sorvolava la città di Tripoli, dove i suoi genitori vivevano: era il 14 Settembre 1938. Il padre era in servizio nell’esercito italiano proprio a Tripoli e lì aveva condotto, dalla provincia di Salerno, sua moglie Jolanda e sua figlia Liliana.
Allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale la famiglia tornò in Campania e al termine del conflitto si trasferì a Roma.
Negli anni dell’adolescenza Franco fu obbligato dai genitori a frequentare una scuola cattolica, dove però il ragazzo non conseguiva buoni risultati a causa della vita notturna – già movimentata – che conduceva. Lasciata la scuola religiosa, Franco seguì un corso serale di ragioneria, nel frattempo cominciò a scrivere poesie e a lavorare come fotomodello per giornali come Grand Hotel e altre riviste simili.
Il successo arrivò in maniera indiretta, nel periodo in cui Franco cominciò a scrivere brani che vennero cantati dai più famosi interpreti dell’epoca.
Tra i suoi successi E La Chiamano Estate, Un’Estate Fa, Minuetto (scritta per Mia Martini), Un Grande Amore e Niente Più (per Peppino di Capri) e molte altre.
Il successo come cantante arrivò solo nel 1976, quando uscì l’album Tutto Il Resto E’ Noia, nel quale era contenuta la canzone che divenne il suo cavallo di battaglia.
Tra gli anni Settanta e Ottanta Franco Califano rimase coinvolto in indagini per possesso di stupefacenti che aumentarono a dismisura la sua fama di personaggio sregolato e uomo poco affidabile.
Califano fu sollevato da tutte le accuse ma fu costretto a trascorrere tre anni e mezzo in carcere a partire dal 1984. L’esperienza lo segnò enormemente ma solo nel 2000 arrivò la sua “riscoperta” da parte delle nuove generazioni.
Il nuovo exploit di Califano fu dovuta alla cover realizzata dal gruppo Delta V di Un’Esate Fa e la partecipazione del Califfo al reality show Music Farm. In quell’occasione con la sua personalità istrionica il cantautore travolse completamente quella degli altri partecipanti.
Nel 2005 torna a Sanremo con il brano Non Escludo il Ritorno, titolo che divenne otto anni più tardi il suo epitaffio. Il cantante morì per arresto cardiaco appena un giorno dopo Enzo Iannacci e a poco più di una settimana di distanza dal suo ultimo trionfale concerto: era il 30 Marzo 2013. Al suo funerale parteciparono migliaia di persone, che resistettero in Piazza del Popolo in Roma nonostante una pioggia battente.
Tra le moltissime leggende che circolano intorno a Franco Califano, molte riguardano il suo rapporto con il sesso e con le donne. Stando a quanto lui stesso raccontava, si era unito carnalmente a più di 1500 donne, la prima delle quali fu la madre di un suo amico.
Si sposò una sola volta a 19 anni e dal brevissimo matrimonio che seguì nacque la sua unica figlia Silvia, che lo avrebbe reso nonno dell’amatissima Francesca.
A soli 29 anni fu ricoverato in ospedale a causa di una grave meningite. Esauriti tutti i suoi risparmi a causa del fermo dal lavoro, decise di cominciare a prostituirsi tra le donne dell’alta società romana. Il Califfo parlò di questo e di altri aneddoti nell’autobiografia Senza Manette, uscita nel 2008.