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L’hanno chiamato pazzo e nazista, ma anche rivoluzionario e progressista. La filosofia occidentale si divide, ma riconosce che il pensatore tedesco ha rivoluzionato il modo di concepire l’uomo. Scopriamo chi era Friedrich Nietzsche attraverso la vita e il pensiero del grande filosofo di fine ‘800.
Chi era Friedrich Nietzsche: vita del filosofo tedesco
Friedrich Nietzsche nato a Rocken il 15 ottobre 1844 è stato un filosofo, poeta, saggista, compositore e filologo tedesco. Vive un’infanzia difficile dovuta alla morte precoce del padre, che li porta a trasferirsi a Naumburg dalla nonna materna. Qui iniziati gli studi di lettere classiche, si avvicina al mondo della poesia, della lettura di romanzi e della musica. La particolare vocazione allo studio e l’essere una mente brillante lo portano a frequentare un ginnasio prestigioso.
Tra il 1858-1864, sperimenta quindi per la prima volta la lontananza dall’ambiente familiare, divenendo prima amico di Paul Deussen (futuro rinomato Indologo) e poi di Carl von Gersdorff. Troverà anche il tempo per lavorare alle sue prime originali composizioni poetiche e musicali.
Giovinezza
Nel 1864 si approccia agli studi universitari, prima con la facoltà di teologia all’Università di Bonn, poi si iscrive all’Università di Lipsia per proseguire lo studio della filologia, di cui ormai era appassionato. Qui inizia a scoprire l’importante lavoro di pensatori quali Platone, Schopenhauer, ma soprattutto di Immanuel Kant che gli svolterà l’esistenza con le sue posizioni anti-materialiste.
Per poco verrà chiamato a prestare servizio militare come volontario, ma un grave infortunio lo costringe a letto per diversi mesi portandolo poi a un ritiro anticipato.
Età adulta
Non lontano dai suoi trent’anni ottiene la cattedra di lingua e letteratura greca all’Università di Basilea come filologo classico. Nel frattempo, ispirato dai cambiamenti storici che investono l’impero tedesco e dall’ambiente culturale, inizia a dedicarsi alla scrittura per iniziare progetti indipendenti come “Considerazioni inattuali” o “Umano, troppo umano”. Dopo diversi viaggi in Italia e nello specifico in uno diretto a Taormina, scrive una delle sue opere maggiori “Così parlo Zarathustra”.
Verso la fine
La salute non è mai stato un punto di forza per il filosofo che già in età precoce inizia a soffrire di forti emicranie che al termine della sua vita si trasformano in un grosso crollo mentale che lo porta a momenti di follia anche in pubblico. Non sono anni facili, tra cliniche psichiatriche, crolli nervosi e paralisi, la vita dell’uomo sembra destinata a chiudersi con tormenti. Si discute infatti molto dell’influenza che questi hanno avuto sulla creazione del suo pensiero e delle sue opere, rimanendo però ancora un mistero.
Le fasi della filosofia di Nietzsche
Comprendere il pensiero di Nietzsche attraverso una spiegazione unica è indubbiamente un lavoro complesso, è solito infatti dividerlo in fasi che aiutano a comprenderne l’evoluzione.
Nella prima fase vuole compiere un‘accettazione totale nei confronti della vita e concedersi ai sui piaceri. Influenzato dal pensiero di Wagner e Schopenhauer scrive “Nascita della tragedia dallo spirito della musica. Ovvero grecità e pessimismo.” In quest’opera propone le differenze e gli scontri tra Apollineo e Dionisiaco, due forze opposte tra loro che una volta vivevano in equilibrio, ma che il tempo ha portato ad una prevalenza di Dionisiaco, istinto irrazionale amante della vita.
L’allontanamento da Dio e il Superuomo
Nella seconda fase si concentra sulla volontà di sradicare l’uomo dalle credenze che lo tengono ancorato al mondo, proponendo, con la celebre frase “Dio è morto” di accettare l’allontanamento dalla metafisica. Il Dio di cui parla Nietzsche non è altro che una personificazione delle credenze dell’uomo e solo chi è in grado di superare questo passaggio può elevarsi a Superuomo.
Con questo termine si propone un concetto filosofico che allontana l’uomo dalla concezione che aveva di se, per incarnare ora un uomo in grado di accettare la prevaricazione dell’apollineo, la morte di Dio e il suo collocarsi nell’eterno ritorno. Secondo Nietzsche infatti tutti gli eventi del mondo si ripetono e il modo in cui si reagisce a questo processo determina la possibilità di elevazione a Superuomo o meno. Questo infatti non è terrorizzato all’idea di rivivere quanto vissuto, ma accetta la cosa con gioia. Infine il Superuomo ha capacità di mettere in discussione la morale e porsi come volontà di potenza.
Il rapporto tra il filosofo e le ideologie naziste
Alla morte del filosofo tedesco, le sue idee non hanno potuto ribellarsi all’uso che ne veniva fatto. Durante il periodo nazista, in particolare, il concetto di Superuomo ha subito nuove interpretazioni. Nietzsche aveva premesso che l’elevazione non sarebbe stata possibile a tutti gli uomini poiché il processo era complesso. La propaganda nazista decise invece di utilizzare questo concetto per dimostrare che esiste una razza prediletta all’elevazione. Labile anche il concetto di volontà di potenza, reinterpretato come possibile prevaricazione dell’altro senza limiti.
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