Immaginate per un attimo di non essere davanti allo schermo del computer ma davanti alla tv.
Immaginate per un attimo che questo non sia un blog ma una trasmissione televisiva.
Ebbene, con l'aiuto della nostra valletta immaginaria sezioneremo un fotogramma di Garlasco, composto da Alberto Stasi, Chiara Poggi, una bicicletta nera e Bruno Vespa, per arrivare alla verità. Verità televisiva, ovviamente, che da anni è molto più vera della verità dei tribunali. Ce lo ha insegnato Bruno Vespa ai tempi di Cogne.
Bene, allora partiamo dalla foto che vedete in alto (reperto numero 1, mostrato dalla nostra valletta Guglielmina) e passiamo allo step successivo grazie alla manipolazione dei lati della foto.
Diamo vita al reperto numero 2.
Come noterete, nel reperto 2, si nota una bicicletta in primo piano ed un signore con un a bacchetta in mano. Alle sue spalle un titolo, che potrebbe non rivelare nulla ma in realtà è stato posizionato lì dal regista per una ragione specifica. Come nel Codice da Vinci di Dan Brown questo quadretto televisivo contiene la soluzione di un giallo. Per scoprirlo, tuttavia, dobbiamo proseguire con il reperto 3.
Ecco la prova principe. La domanda del regista ora ha una risposta ben visibile. Sì è lui: Bruno Vespa. Ma in realtà non si fa riferimento all'assassinio di Chiara Poggi, piuttosto alla mano armata che ha cancellato la linea di demarcazione tra ciò che è cronaca e ciò che è puro show.
Quando si parla di un delitto come quello di Garlasco si è sempre un po' restii, non si sentono le mani molto libere.
Ci sarebbero da scrivere una vagonata di parole ma poi ci si blocca perchè nel corso della stesura viene sempre a galla un pensiero: mioddio, sto parlando di una tragedia, di una famiglia distrutta, non posso che parlarne in maniera seria.
Invece no, in questo post c'è la stessa sana dose di cinismo di Vespa, perchè per parlare di ciò che accade a Porta a Porta bisogna saper utilizzare le stesse armi.
Solo che noi sentiamo il peso del post che abbiamo scritto, Vespa invece sembra sguazzare nei suoi plastici e nei suoi esperti che chiaccherano di delitti. E questo, con il passare degli anni, crea nel telespettatore un'assuefazione al macabro e ai giochetti tipo Cluedo che però utlizzano pedine umane.
Caro Vespa, l'accanimento mediatico è in grado di creare tanti piccoli aspiranti investigatori, che leggono i quotidiani alla ricerca di prove per costruirsi il proprio piccolo giallo da risolvere, ma il tuo ingresso con la bicicletta in primo piano ancora non si capisce se faccia più ridere o disperare.
E questo è forse ancor più grave.