Argomenti trattati
Non era inusuale in epoca vittoriana utilizzare pseudonimi maschili per essere presi più seriamente nel proprio lavoro.
Il nome di Mary Anne Evans è per altro stato sulla bocca di tutti per diverso tempo, per questo George Eliot è risultato essere il compromesso perfetto. Scopriamo la storia dell’autrice e il successo nel mondo della letteratura.
Mary Anne Evans, conosciuta con lo pseudonimo di George Eliot (Arbury, 22 novembre 1819 – Londra, 22 dicembre 1880), è stata una scrittrice britannica. Cresce insieme ai fratelli, la madre Christiana e il padre Rober, amministratore, che porta la famiglia a trasferirsi nella località di Griff.
Nel corso dell’adolescenza Mary Anne, grazie alla posizione di spicco del padre, ottiene il permesso di accedere in biblioteca e questo si rivela fondamentale per la sua formazione.
Con la morte della madre è costretta a lasciare la scuola, continuando però a studiare insieme ad un insegnante privato. Quando il fratello si sposa la famiglia si trasferisce nei pressi di Coventry dove la giovane ha modo di conoscere persone dell’alta società che la introducoo a riflessioni di vario tipo.
Nel corso degli anni si avvicina ad un pensiero sempre più liberale, allontanandosi progressivamente da quello religioso.
Alla morte del padre decide di iniziare a viaggiare soggiornando per un periodo a Ginevra e successivamente a Londra con la volontà di dedicarsi interamente alla scrittura. Qui risiede a casa di John Chapman che pubblica le sue prime traduzioni e dirige la rivista The Westminster Review presso cui Mary Anne, ora nota come Marian Evans, scrive numerosi articoli.
Nel frattempo conosce l’amore della sua vita, George Henry Lewes, con cui intraprende una relazione unica per il tempo.
Egli infatti sceglie di avere un matrimonio aperto introducendo quindi la scrittrice in una dinamica extraconiugale difficile per i canoni della società vittoriana. Non pochi infatti i giudizi verso i due che decidono di continuare ugualmente le proprie attività. Marian inizia infatti a scrivere romanzi e saggi, anticipati dal suo manifesto “Silly Novels by Lady Novelists”.
Con la realizzazione del manifesto adotta il nome di George Eliot, volendosi quindi distanziare dalle tematiche trattate dalle scrittrici donne e provando a far dimenticare al pubblico la sua vita privata.
Nel 1857 pubblica “Amos Barton”, inserito nella raccolta “Scene di vita clericale” che suscita grandissima curiosità nel pubblico. Si pensa infatti sia il racconto della moglie del pastore e dopo numerose discussioni su chi sia il reale autore Marian fa un passo avanti ammettendo di essere lei la mente del romanzo.
Il grande successo ottenuto anche con “Adam Bede” porta inevitabile sopresa tra i lettori, ma la verità sulla sua vita privata non lede la popolarità dell’autrice.
Si conferma la piena accettazione nel 1877 quando viene presentata alla Regina Vittoria e alla figlia, entrabe amanti del lavoro di George Eliot.
LEGGI ANCHE: Chi era Virgnia Woolf: curiosità e vita privata della scrittrice