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Pensando alla letteratura distopica è impossibile non pensare a George Orwell.
L’autore britannico con il suo romanzo “1984” ha denunciato i regimi dittatoriali durante il secondo conflitto mondiale e ha ispirato la cultura di massa attraverso il ruolo del Big Brother.
George Orwell, pseudonimo di Eric Arthur Blair (Motihari, 25 giugno 1903 – Londra, 21 gennaio 1950), è stato uno scrittore e giornalista britannico. Nasce in India, ai tempi colonia britannica, con la famiglia borghese di origini scozzesi.
Torna nel Regno Unito pochi mesi dopo la nascita e vi rimane per il resto della sua gioventù.
Dopo gli anni dedicati allo studio decide di affiancare il padre nel mondo dell’amministrazione e torna quindi in India.
Qui si arruola nella Polizia Imperiale ma l’esperienza si rivela traumatica e si dimette presto. Decide di dedicarsi alla scrittura e nel 1928 scrive il suo primo pezzo su “Le Monde” e il successo lo porta ad inserirsi nella casa editrice Adelphy.
Nel 1933 pubblica il suo primo romanzo, “La figlia del reverendo” mentre lavora part-time in una libreria. Viene chiamato a svolgere delle indagini e durante i suoi studi nello Yorkashire e nello Hertfordshire scopre la vera povertà di quegli anni raccontata in “Fiorirà l’aspidistra”.
In questo periodo scoppia la guerra civile spagnola e decide di andare a combattere con il Partito Operaio di Unificazione Marxista contro Francisco Franco. Dall’esperienza porterà a casa un diario-reportage dal nome “Omaggio alla Catalogna” (1938).
Pochi anni dopo ha inizio un conflitto molto più grande che lo porta a prendere parte nelle milizie territoriali della Home Guard. L’esperienza della seconda guerra mondiale lo porta a scrivere ” Il leone e l’unicorno: il socialismo e il genio inglese”.
La militanza politica di Orwell si rende chiara nella sua produzione letteraria. Le posizioni sono sempre velate e adatte ad un occhio più attento.
Con “La fattoria degli animali” fa allusioni allo stalinismo e questo porta alcuni editori a non voler pubblicare il romanzo.
Dopo essere riuscito a pubblicare il primo nel 1945 si mette all’opera e tre anni dopo esce quella che probabilmente è la sua opera più celebre: 1984.
Descrive un mondo ipotetico in cui la terra è divisa secondo nuove linee geografiche guidate da tre potenze (regimi totalitari). Non è difficile immaginare la denuncia verso la dittatura in vigore nell’anno di pubblicazione dell’opera.
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