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Giacomo Celentano, figlio di Adriano Celentano e Claudia Mori sembra aver ereditato da suo padre una certa tendenza a tenere in altissima considerazione i propri talenti e in bassissima considerazione il parere altrui.
Durante l’intervista rilasciata in questi giorni a Storie Italiane, Giacomo ha potuto raccontare una storia di emarginazione artistica e personale che, a suo modo di vedere, deriva direttamente dalla sua profonda scelta di fede che ha influenzato, oltre che la sua produzione in veste di artista, anche la sua vita sessuale.
Esattamente come moltissimi altri romanzieri e cantautori, Giacomo Celentano ha composto diverse opere e le ha sottoposte all’attenzione di un certo numero di produttori e di case editrici.
Dopo aver ricevuto un gran numero di rifiuti, ha cominciato a non utilizzare più il proprio cognome, per evitare di coinvolgere anche indirettamente i propri genitori nella sua (fallimentare) carriera artistica.
Nel corso del tempo però si è convinto che a il motivo per cui i suoi lavori musicali e letterari venivano sistematicamente bocciati è nella sua scelta di condurre una vita di fede.
“Non c’è molto spazio per i cantautori credenti” ha affermato molto tristemente.
“Un credente che fa questo mestiere in pubblico va controcorrente quasi sempre.”
Secondo Giacomo Celentano questo “complotto” contro di lui va avanti da circa 5 o 6 anni. In questo periodo è diventato sempre più difficile per lui trovare impiego nei mass media più conosciuti.
Giacomo Celentano ha affermato che continuerà a fare il proprio mestiere anche se dovesse incontrare altri ostacoli sul proprio cammino. Dal suo punto di vista, far crescere i propri talenti migliorandoli e coltivandoli nonostante le difficoltà è la missione di ogni Cristiano.
“E’ il Vangelo che me lo chiede”, ha concluso.
Il Vangelo, evidentemente, non ha ispirato a Giacomo Celentano soltanto la perseveranza artistica, ma anche una condotta estremamente morigerata in ambito sessuale. Lui e sua moglie Katia, infatti, hanno condiviso l’astinenza sessuale prima del matrimonio e, anche di questa scelta, Giacomo non si pente minimamente.
Dopo le dichiarazioni di Giacomo Celentano, che va assolutamente rispettato per il suo credo e per la scelta di vita che ha deciso di condurre, c’è da chiedersi una cosa: è davvero a causa della fede che le canzoni e le opere del figlio di Adriano e Claudia Mori sono state “scartate” dalle case editrici e dalla case discografiche?
Non c’è la possibilità che si tratti di lavori di scarsa qualità e che nessun investitore si sia deciso a puntare su di essi? Evidentemente no.
Nelle parole del figlio di Adriano non c’è alcuna traccia di autocritica, esattamente come non c’è alcuna traccia di pentimento o di rammarico in quelle di suo padre, il quale ha fatto infuriare dirigenti Mediaset, colleghi e pubblico televisivo nel giro di pochissime puntate del suo chiacchieratissimo show. E, anche in quel caso, esattamente come ha sostenuto Claudia Mori, non è colpa di Celentano, ma di tutti coloro che non hanno capito la sua genialità.
Eppure, la Superbia è uno dei sette peccati capitali!