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La storia della musica italiana può vantare un gran numero di compositori noti in tutto il mondo. Le opere di Rossini, detto “il Mozart italiano”, sono celebrate ovunque. Così come quelle di Verdi o Bellini, che hanno reso il patrimonio culturale italiano pieno di grandi tesori. Tra questi indimenticabile Giacomo Puccini, aggiuntosi alla lista degli storici operisti italiani, invidiati ovunque.
Chi era Giacomo Puccini
Giacomo Puccini (Lucca, 22 dicembre 1858 – Bruxelles, 29 novembre 1924) è stato un compositore italiano, considerato uno dei maggiori e più significativi operisti della storia musicale.
Già da bambino dimostra di avere un grande talento musicale mentre i professori lo accusano di pigrizia e poca volontà nello studio accademico. Nonostante ciò riesce comunque ad ottenere una borsa di studio per il Conservatorio di Milano. La madre però, per mantenere le tradizioni di famiglia lo manda a studiare presso l’Istituto musicale di Lucca.
L’avvio della carriera musicale
Intorno ai diciotto anni si presenta a un concorso lucchese con la cantata “Juno”, che non vince il premio ma lo stimola ad andare avanti. Ispirato dall’Aida del grande Giuseppe Verdi si appassiona all’opera italiana e con l’aiuto finanziario dei genitori e la borsa di studio della Regina Margherita si iscrive al famoso Conservatorio di Milano.
Inizia ad arrivare che il successo che lo porta ad essere commissionato per una nuova opera “Edgar” che però non sfonda. Riesce invece con “Manon Lescaut” del 1893 e “Boheme” del 1896 rappresentate e a Torino.
Il grande successo e la nota drammatica
Le opere “Tosca” del 1900 e “Madama Butterfly” del 1904 non vengono accolte con grande entusiasmo dalla critica, ma il pubblico impazzisce e così dopo poche settimane vengono presentate alla prima della Scala.
La fama si solidifica ed è ormai tra i compositori più acclamati del mondo con opere di memorabile melodia e intensità drammatica. Alcuni lo definiscono addirittura l’erede di Verdi, sebbene non sia così innovatore quanto lui. Le sue doti sono infatti principalmente la drammaticità e l’intensa e sensibile vena teatrale che rendono le opere ancora attuali e per certi versi anche anticipatrici.