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Il mondo dei fumetti è ancora oggi considerato di nicchia.
Molti i nomi che meriterebbero successo, ma pochi quelli che hanno ottenuto vera notorietà. Si ricordano spesso infatti i lavori del grande Stan Lee, le bellissime vignette di Peanuts realizzate da Charles Schulz o il lavoro di Gianluigi Bonelli, il creatore di Tex.
Giovanni Luigi Bonelli, detto Gianluigi (Milano, 22 dicembre 1908 – Alessandria, 12 gennaio 2001), è stato un fumettista e scrittore italiano. Inizia a scrivere già da giovane pubblicando alcune sue poesie sul “Corriere dei piccoli” e in seguito alcuni racconti per il giornale a tema viaggi e avventure della casa editrice Sonzogno.
Nel 1936 pubblica su “L’Audace” il suo primo romanzo “L’ultimo corsaro” diviso in puntate.
Scrive altri due racconti d’avventura e nel frattempo entra a far parte del mondo dei fumetti dirigendo testate come “Jumbo” o “Rin Tin Tin”.
Collabora anche con la Nerbini ne “L’avventuroso” portando grande successo alla casa editrice per poi decidere di mettersi in proprio fondando la sua redazione.
Scoppia la Seconda guerra mondiale e fugge in Svizzere mentre la moglie e il figlio vanno in Liguria. Terminato il conflitto si trasferisce anche lui a Genova ma presto si separa dalla moglie e le cede la sua “Edizioni Audace” rimanendo come collaboratore.
Numerosi i disegnatori che contribuiscono al successo e tra questi Aurelio Gelleppini è sicuramente il più importante perchè crea Occhio Cupo e Tex Willer.
Lo stile è semplice, i personaggi vengono caratterizzati poco perchè il centro è occupato dall’azione che rende il fumetto quasi un prodotto cinematografico.
Il personaggio diventa centrale nella tradizione del settore e dopo oltre 70 anni viene ancora celebrato e venduto fino a fare 700.000 copie al mese. Inoltre si deve a Bonelli il merito di aver rivoluzionato la rappresentazione dei nativi, ora non più stereotipati secondo i canoni del cinema western.
Oltre al personaggio di Tex il fumettista crea altri volti noti tra cui Plutos o Rio Kid disegnati rispettivamente da Leone Cimpellin e Roy D’Amy.
Inoltre decide di non abbandonare la passione per i romanzi scrivendo nel 1956 “Il massacro di Goldena” che riprende il suo personaggio più riuscito, Tex.
Del suo ruolo nel mondo dell’editoria e la produzione letteraria ha sempre detto di essere di fatto un romanziere messo a disposizione del fumetto e mai tornato indietro.
Difatti i suoi racconti d’avventura reggono il confronto con il grande Jack London o Emilio Salgari, ma con i suoi fumetti ha vinto il jackpot.