Gianni Amelio è gay: ma il coming out su Repubblica non è cosa nuova per il regista

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Questa è la storia di una notizia che è doppiamente una non-notizia.

L’ontologia negativa del suddetto post deriva infatti da due fattori: in primis l’argomento trattato in essa era già stato reso noto ben sette anni fa (giusto con qualche piccola reticenza in più); secondariamente la non-notizia riguarda un argomento che – come abbiamo ribadito più volte – poco dovrebbe interessare i nostri lettori.

In ogni caso la non-notizia è stato generata dalle circostanze del caso, e più nello specifico dalla presentazione all’incipiente Festival del Cinema di Berlino dell’ultima opera di Gianni Amelio, il documentario Felice chi è diverso, un viaggio attraverso le vite degli omosessuali italiani dall’inizio del Novecento fino agli anni ‘80.

Quest’oggi sul quotidiano la Repubblica, all’interno della rubrica della posta del cuore… ops, dell’angolo culturale curato da Natalia Aspesi, si legge un’intervista in cui l’autore di Ladri di bambini.

La giornalista chiede all’ospite se per caso il film rappresenti un particolare modo per fare coming out, ma Amelio così risponde: “Alla mia età sarebbe un po’ tardivo, forse ridicolo. Altri dovrebbero essere i coming out davvero importanti, di chi froda il fisco per esempio, di chi usa la politica per arricchirsi.

Comunque credo che chi ha una vita molto visibile abbia il dovere della sincerità: e allora sì, lo dico per tutti gli omosessuali, felici o no, io sono omosessuale. omofobia è ancora imperante, capita anche che ragazzi si uccidano perché froci o ritenuti tali, e quindi scherniti, isolati, picchiati. Insomma la battaglia non è vinta, non c’è da noi un riconoscimento giuridico delle coppie. C’è poi ancora la difficoltà di farsi accettare dalla famiglia, soprattutto dai padri, ancora immersi in una cultura maschilista.

Una risposta sfumata, dettata da un senso civico e di responsabilità più che una concessione alla ciarla. Naturalmente il quotidiano non può fare a meno di titolare l’articolo “Amelio: faccio coming out con il mio film sui gay“.

Tuttavia (in contrasto con il succo della dichiarazione o con il presunto statuto di scoop dell’articolo, a seconda delle opinioni) va detto che nel 2006 lo stesso cineasta, presente alla Mostra del Cinema di Venezia per presentare La stella che non c’è, aveva dichiarato a Vanity Fair quanto si legge di seguito:

Io non sono omosessuale. Sono pansessuale, nel senso che ho avuto molte esperienze, talvolta casuali e altre provocate, con uomini ma non solo.

Vede, alla mia età non si hanno più remore, e credo che chi fa il mio mestiere faccia bene ad ammettere pubblicamente di essere omosessuale, se lo è, perchè può aiutare altre persone a venire allo scoperto in modo sereno. Però non è il mio caso. E poi io non ho mai creduto alla convivenza, ma solo alla seduta momentanea, legata al piacere, che certo può durare anche un sacco di tempo.

Oggi sto molto bene con me stesso, e sono comunque sempre pronto ad aprire la porta di casa“.

Foto: Getty Images