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Giorgio Albertazzi ha avuto una vita molto piena e movimentata, all’insegna dell’arte e dell’amore per le donne.
Giorgio Albertazzi
L’attore e regista Giorgio Albertazzi nasce a Fiesole, in Toscana, il 20 agosto 1923. In gioventù aderisce alla Repubblica di Salò e per questo viene poi arrestato: nel 1947 viene rilasciato in seguito all’amnistia Togliatti. Ha dichiarato a proposito:
Ho aderito alla Repubblica Sociale perché venivo fuori da una famiglia che aveva vissuto il fascismo, e per me e altri era la scoperta di una via socialista anticlericale e contro il re, e sono coscientissimo che, sia quelli che si sono schierati come me, sia quelli che hanno abbracciato un’ideologia partigiana volevano altrettanto sostenere una posizione di dignità, di morale e di fermezza. L’identità che man mano m’è venuta fuori è quella di un anarchico di centro.
È stato uno dei primi volti della televisione italiana, esordendo nel 1954 nelle sue trasmissioni televisiva La prosa del venerdì e Appuntamento con la novella. Nel 1988 è tornato a leggere opere letterarie italiane su Rai 3, proponendo una lettura integrale dell’Inferno di Dante Alighieri.
Giorgio Albertazzi è noto soprattutto per la sua carriera di attore di teatro e di regista: ha lavorato anche con nomi quali Luchino Visconti, Franco Zeffirelli e ha recitato nei teatri più famosi del mondo come il londinese Old Vic e il veneziano Teatro della Fenice. Famosissima la sua miniserie televisiva del 1969 Jekyll, di cui è interprete e direttore, tratta dal romanzo di Louis Stevenson Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde.
La sua carriera e la passione per il teatro è continuata anche in età più avanzata: nel 2009 ha recitato le Lezioni americane di Italo Calvino al Teatro Ghione e lo stesso anno al Teatro greco di Siracusa ha recitato Edipo a Colono, tragedia di Sofocle. Albertazzi è morto il 28 maggio 2016 per una bronchite: aveva 93 anni.
Durante una delle sue ultime interviste aveva dichiarato:
Sto andando via, lo so benissimo. Lo so e lo sento, e non me lo nascondo. Ho il coraggio di dire che sto morendo. Io non ho paura e non è una cosa strana. Semplicemente la mia vita è alla fine. Sto su questa sedia, ho l’età e non ho forze. Non ho bisogno di medici che me lo dicano. Non ho bisogno di farmaci che mi illudano. La vita è fatta così. Inizia e poi finisce.
Vita privata
Albertazzi è stato sempre un grande amante delle donne. Ha infatti raccontato durante un’intervista:
Tutta la mia vita è stata scandita da presenze femminili. Le donne cominciarono ad affollare il mio immaginario quando, bambino, spiavo il parco della villa di Bernard Berenson, il celebre storico dell’arte di cui mio nonno curava il giardino. Ospitava la Duse, Churchill, la regina Vittoria e io mi inebriavo della vista di fanciulle inglesi vestite di bianco che ridevano in mezzo al verde dei grandi bossi. Poi quel figlio di buona donna di Berenson se ne accorse e fece murare la finestra della dependance dove abitavamo, privandomi di quella beatitudine.
Nel 2007, all’età di 84 anni, si è sposato per la prima volta con Pia dei Tolomei, una donna che aveva 36 anni anni in meno di Albertazzi. Le ascendenze di Pia sono nobili, come dimostra anche il suo nome: Dante infatti citava la sua ava nella cantica del Purgatorio. La donna ha una tenuta in Maremma piena di animali che ama. Proprio in questa tenuta è morto Giorgio Albertazzi.