Argomenti trattati
Il Novecento ha accolto numerose novità artistiche.
Tante le correnti spesso indipendenti e lontane tra loro che hanno dato libertà espressiva a grandi artisti quali il grande Giorgio de Chirico.
Giorgio de Chirico (Volo, 10 luglio 1888 – Roma, 20 novembre 1978) è stato un pittore e scrittore italiano, principale esponente della corrente artistica della pittura metafisica. Cresce in Grecia con genitori della nobiltà italiana ma nati a Costantinopoli. Studia principalmente con insegnanti privati e impara il greco, l’italiano, il tedesco e la musica.
Si iscrive poi al Politecnico di Atene dove studia pittura e si approccia alla natura morta.
Lascia la Grecia con il fratello e la madre e si trasferisce a Firenze dove frequenta l’Accademia delle belle arti che frequenta in seguito anche a Monaco di Baviera.
Dal 1909 la sua vita non è sedentaria. Passa infatti per qualche mese a trovare la madre e il fratello a Milano per poi andare a Firenze e dipingere la sua prima piazza metafisica, “L’enigma di un pomeriggio d’autunno”. Per qualche anno vive poi a Parigi dove frequenta artisti dell’epoca come Apollinaire, Max Jacob e il grande Pablo Picasso. Qui subisce l’influenza di un altro artista importante, Paul Gauguin.
Dopo lo scoppio della prima guerra mondiale si trasferisce a Ferrara e qui fa amicizia con Carlo Carrà, Filippo De Pisis. Giorgio Rea. Di questo periodo non ha ricordi sempre positivi, la descrive nelle sue memorie come profonda, strana e solitaria.
In seguito a questo periodo di smarrimento si dedica alla produzione artistica che lo porta a partecipare nel 1924 e nel 1932 alla Biennale di Venezia come espositore.
Inoltre Nel 1936 e nel 1937 si stabilisce a New York e qui espone alla Julien Levy Gallery e pubblica con riviste quali Vogue e Harper’s Bazaar realizzando progetti con gli artisti Picasso e Matisse.
Passa gli anni cinquanta tra Roma e Venezia dividendosi tra la realizzazione di autoritratti, collaborazioni con riviste e giornali e il lavoro presso il suo atelier di Piazza di Spagna. Si spegne nella capitale italiana nel 1978 dopo una lunga malattia.
Le sue opere sono inizialmente definite come enigmatiche poi con l’inizio del movimento si inseriscono nella metafisica. I suoi soggetti sono caratterizzati da architetture essenziali in prospettiva.
Gli interni sono puntualmente incongrui rispetto al contesto e vengono rappresentati con una minuzia che allontana dal realismo.
Pur continuando a dipingere nature morte, paesaggi e ritratti non abbandona mai i suoi temi metafisici. Dal 1917 si appassiona alla scenografia dedicandosi alla scultura in bronzo. Con la conoscenza di Carrà inizia a perfezionare i canoni della pittura metafisica che porta per altro ad ispirare le architetture nelle città di fondazione fascista.
Il suo lavoro anticipa quello del razionalismo italiano che lavora su forme, spazi e particolari architettonici metafisici.
Secondo lo studioso Ubaldo Nicola, alcune opere di de Chirico – e in particolare la pittura metafisica di cui è l’ideatore – son state stimolate dai frequenti mal di testa dell’artista, come era capitato al collega Pablo Picasso.
LEGGI ANCHE: Chi era Salvador Dalí: quello che non sai sul pittore