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Il 30 luglio è la Giornata Mondiale dell’Amicizia.
Perché allora non festeggiarla con i nostri amici più cari, facendoli sentire speciali? Ecco 10 frasi d’autore sull’amicizia da mandare agli amici che ci sono sempre stati per noi.
Il 30 luglio si celebra la Giornata mondiale dell’amicizia. Questa giornata è stata proclamata nel 2011 dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. L’idea era quella di istituire una giornata ufficiale in cui si potesse celebrare il valore dell’amicizia come espressione più diretta e semplice della solidarietà umana.
L’idea è che l’amicizia tra popoli, paesi, culture e persone possa stimolare iniziative di pace e solidarietà. Per questo, ogni anno le Nazioni Unite stimolano i governi di tutti i Paesi a organizzare eventi e iniziative in favore del dialogo tra culture. Un modo per festeggiarla può essere condividere una della 10 frasi d’autore sull’amicizia.
Per celebrare, in questa giornata speciale, il legame umano più forte e sincero come quello dell’amicizia la scelta migliore è ricorrere al pensiero di grandi letterati, filosofi e artisti di ogni tempo.
“L’unico modo per avere un amico è esserlo” (Ralph Waldo Emerson)
“Un amico è uno che sa tutto di te e nonostante questo gli piaci”. (Elbert Hubbard)
“L’amicizia raddoppia le gioie e divide le angosce”. (Francesco Bacone)
“Nessuna cosa è bella da possedere se non si hanno amici con cui condividerla” (Seneca)
“Amico mio accanto a te non ho nulla di cui scusarmi, nulla da cui difendermi, nulla da dimostrare”. (Antoine de Saint-Exupéry)
“Essere onesto può non farti avere tanti amici, ma ti farà avere quelli giusti”.
(John Lennon)
“I veri amici sono come le stelle; puoi riconoscerli solo quando è buio intorno a te”. (Bob Marley)
“Coloro che eliminano dalla vita l’amicizia, eliminano il sole dal mondo”. (Marco Tullio Cicerone)
“Il ruolo di un amico è di essere al tuo fianco quando sbagli; perché chiunque sarà accanto a te quando avrai ragione”. (Mark Twain)
“L’amicizia è essere fratello e sorella, due anime che si toccano senza confondersi. Le due dita della mano”.
(Victor Hugo)