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Da qualche giorno si parla di una denuncia della Rai nei confronti di Giovanni Ciacci per un vestito che avrebbe sottratto con il fine di trarne guadagni. Il conduttore di Vite da copertina ha rilasciato una nuova intervista al settimanale Oggi e ha negato ancora una volta di essere stato condannato. Il processo, infatti, è ancora in corso. La domanda dei fan resta una sola: l’abito è stato rubato davvero o si è trattato di un qui pro quo?
Giovanni Ciacci: il vestito della Rai
Giovanni Ciacci, dall’inizio della nuova stagione al timone di Vite da copertina insieme a Elenoire Casalegno, ha una strana causa in corso con la Rai. L’esperto di stile, lo scorso giugno, ha annunciato l’addio al programma di Viale Mazzini, Detto Fatto, per approdare su Tv8 di proprietà di Sky. Giovanni aveva motivato la sua scelta dicendo che aveva bisogno di cambiamento, ma dopo le ultime dichiarazioni di Carlo Freccero, direttore di RaiDue, la situazione è apparsa diversa. L’uomo, intervistato da Il Fatto Quotidiano, ha raccontato: “Giovanni Ciacci ha avuto un problema con la Rai, ha avuto una condanna e non poteva più essere a Detto Fatto. E’ stato lui a dare le dimissioni”. Il termine “condanna” ha subito generato un grande caos ed è venuto a galla un fattaccio che nessuno si aspettava: Ciacci denunciato con l’accusa di ricettazione per aver sottratto un vestito alla Rai. Giò Giò si è subito discolpato e, in un’intervista concessa al settimanale Oggi, ha confermato la sua versione dei fatti. L’esperto di stile ha ammesso: “Se ho sbagliato a non richiedere la bolla d’accompagnamento alla Rai sono disposto ad assumermi le mie colpe, ma accusarmi di ricettazione è folle”. La vicenda in questione risale al 2013 e riguarda un vestito cucito dalla sartoria della Rai di Napoli per Mariangela Melato come copia di un analogo modello fornito dalla Maison Gattinoni.
Il racconto di Ciacci
Giovanni ha raccontato: “Dalla maison di moda romana qualche tempo dopo mi ricontattarono per dirmi che stavano facendo una mostra sugli abiti delle dive della tv e avrebbero voluto avere il vestito della Melato per esporlo, visto che comunque si trattava di un modello disegnato da loro. Una volta chiesto il permesso alla Rai (e considerato che comunque la mostra era patrocinata da Rai Com) chiesi il vestito alle persone che erano lì con me a Napoli. L’abito mi fu consegnato in presenza proprio della Melato e del suo autista, e insieme lo portammo a Roma per la mostra… Non ho mai badato alla bolla di accompagnamento. Non so se c’era o se non c’era. Non è il mio lavoro: io facevo il costumista, e mica avevo accesso alle pertinenze Rai, qualcuno deve avermelo pur dato, quel vestito. Fu esposto e finita la mostra l’abito venne mandato in custodia a mia sorella, che è in società con me”. Ciacci, in pratica, ha soltanto trasportato un vestito da una città all’altra, ma, non essendo questo il suo lavoro, non si è preoccupato della bolla d’accompagnamento. In conclusione, Giò Giò ci ha tenuto a sottolineare che lui non ha tratto nessun profitto economico dalla vicenda ed è anche disposto a far visionare tutti i suoi movimenti bancari. L’esperto di stile ha ammesso: “I miei soldi si possono controllare, sia come entrate che come uscite. Io credo nella giustizia, so che le autorità competenti dimostreranno la mia innocenza”. Giovanni sembra davvero molto sincero e, con altrettanta onestà, non sembra proprio il tipo che compie azioni di questo tipo.