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La sua figura di intellettuale ha spesso diviso per via delle sue posizioni controverse e incoerenti, ma è innegabile il suo contributo culturale nel ‘900. Ecco la storia di Giovanni Papini, fondatore di alcune delle riviste letterarie più importanti della storia italiana.
Chi era Giovanni Papini
Giovanni Papini (Firenze, 9 gennaio 1881 – Firenze, 8 luglio 1956) è stato uno scrittore italiano. Cresce in una famiglia dalle dinamiche complesse composta dal padre, completamente ateo e anticlericale, e la madre cattolica che lo battezza in segreto. La madre però lo riconosce solo successivamente e per questo Giovanni per diversi mesi della sua vita vive con un cognome diverso nell’Istituto degli Innocenti. Con le nozze dei genitori viene riconosciuto come Papini e dall’amore consolidato dei due nascono anche i suoi fratelli.
Oltre ad un inizio per nulla facile, vive anche infanzia e adolescenza con estrema difficoltà passando buona parte del suo tempo solo a leggere libri. Inizia le scuole elementari proseguendo poi con grande amore fino alla frequentazione della Scuola Normale, dove infine si diploma. Concluso il percorso scolastico diventa insegnante di italiano all’Istituto Inglese di Firenze per poi diventare bibliotecario.
L’inizio dell’attività letteraria di Giovanni Papini
Nel frattempo fonda la rivista “Leonardo” insieme a Giuseppe Prezzolini e altri artisti con la volontà di creare un progetto in contrasto con quello che era il positivismo fiosofico e letterario dell’epoca. Qui l’autore si firma con il nome di “Gianfalco” dedicando parte del suo tempo alla scoperta della corrente del Pragmatismo. Si sofferma molto sulla filosofia anche attraverso il saggio “Il crepuscolo dei filosofi” in cui muove una critica verso alcune figure chiave come Nietzsche, Kant e altri.
Con il corso del tempo si allontana dal Leonardo per avviare un nuovo progetto, sempre a fianco di Prezzolini, dal nome “La Voce”. Questa diventerà una delle riviste più importanti del secolo nell’ambito della cultura. Successivamente fonda con Giovanni Amendola “L’anima” evocando continuamente temi di natura filosofica come misticismo, nichilismo e ateismo.
Giovanni Papini e l’avvento delle due guerre mondiali
Con l’inizio del 1913 decide di avviare un nuovo progetto dal nome “Lacerba”, una rivista nata a Firenze che segue i principi del futurismo da lui così presentati:
è guerra contro l’accademia, contro l’università, contro lo scolarismo, contro la cultura ufficiale, è liberazione dello spirito dai vecchi legami, dalle forme troppo usate… è forsennato amore dell’Italia e della grandezza d’Italia… è odio smisurato contro la mediocrità, l’imbecillità, la vigliaccheria, l’amore dello status quo e del quieto vivere, delle transazioni e degli accomodamenti…
Attraverso la rivista esprime il suo consenso sull’intervento dell’Italia durante la prima guerra mondiale, alla quale non può partecipare per via di una forte miopia. Pur rimanendo in Italia abbandona il progetto di Lacerba e realizza solo successivamente di aver sbagliato a sostenere gli interventisti dato il grande numero di morti. Racconta di questo momento di cambio d’opinione attraverso l’opera “La seconda nascita”.
La prima guerra mondiale lo porta inoltre a vivere grandi disagi anche dal punto di vista della spiritualità. Si avvicina in questo periodo alla religione cristiana che racconta in “Storia di Cristo”, diventato un grandissimo successo anche fuori dall’Italia. La sua conversione e successivamente il suo appoggio al fascismo lo porteranno a difficile comprensione e sostegno solo da parte dei tradizionalisti.
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