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La letteratura italiana vanta diversi nomi illustri in particolar modo nel Novecento. Pensando alla prosa un esempio è il verismo di Verga, pensando invece alla poesia Eugenio Montale è stato fondamentale. Tra questi nomi si inserisce Giovanni Pascoli, il poeta dalla vita difficile e piena di sofferenze.
Chi era Giovanni Pascoli
Giovanni Pascoli (San Mauro di Romagna, 31 dicembre 1855 – Bologna, 6 aprile 1912) è stato un poeta, accademico e critico letterario italiano. In giovane età è costretto ad affrontare la morte del padre che viene ucciso con una fucilata da mandanti non identificati. La famiglia è costretta a trasferirsi dopo aver perso l’uomo che garantiva uno stato di benessere.
Sette anni dopo perde la madre, una sorella e due fratelli, eventi che segnano profondamente la sua vita. Decide di dedicarsi allo studio e così consegue la laurea in lettere che lo porta a insegnare al liceo latino e greco. In questo periodo inizia anche a scrivere producendo le sue prime opere “L’ultima passeggiata” nel 1886 e “Myricae” nel 1891.
I viaggi e la carriera di professore
La produzione artistica ottiene numerosi riconoscimenti, infatti ottiene diverse volte la medaglia d’oro al concorso di poesia latina di Amsterdam. Decide di svolgere un breve soggiorno a Roma e successivamente in Toscana accompagnato dalla sorella Maria, la sua unica compagna di vita.
Dopo questo periodo decide di insegnare all’università spostandosi da Bologna, a Messina e infine a Pisa. Qui pubblica diverse antologie scolastiche e tre saggi su Dante. Alla sua produzione aggiunge anche numerose poesie tra cui “Poemetti”, “Canti di Castelvecchio” e infine “Miei pensieri di varia umanità” sul tema politico. Nel 1907 pubblica “Odi ed inni” seguito da “Canzoni di re Enzo” e “Poemi italici”.
Lo stile poetico e il pensiero dell’autore
Dal punto di vista stilistico la poesia di Pascoli è definita da una metrica formale di endecasillabi, sonetti e terzine. La forma si può definire classica. Il cosmicismo toccato a livello tematico si rifà al suo personale gusto per le letture scientifiche che lo portano a rinnovare la poesia. Riesce a trasmettere il piacere per le cose semplici mostrando anche la forte sensibilità infantile che ognuno di noi porta dentro di sè.
Non manca però il tema della sofferenza dato dal percorso di vita dell’autore. Pascoli è convinto che le ingiustizie sono troppo forti per essere sconfitte, ma non smette di conservare un senso di fratellanza e umanità di fronte a tutto questo dolore che domina il mondo.