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Come in moltissimi settori, anche quello artistico vede un maggior numero di uomini impegnati nelle istituzioni culturali.
Tra i direttori dei grandi musei si può contare solo un 20% di donne, ma anche nelle altre mansioni dell’ambito artistico la percentuale è simile. Sui social invece, sono più le ragazze a condividere contenuti artistici. Scopriamo quindi chi sono le girlsinmuseums, impegnate per ottenere rappresentanza e dare voce alle donne.
Camilla Crescini durante i suoi studi inizia a teorizzare che nei luoghi d’arte ci sia una componente femminile in minoranza.
Decide quindi di avviare una ricerca e scoprire se è davvero così. Quando realizza che aveva avuto una giusta intuizione crea @girlsinmuseums, un profilo instagram interamente al femminile con l’idea di lanciare un messaggio.
Il progetto nasce nel 2015 e raccoglie le storie e immagini di donne da tutto il mondo che condividono le loro piccole realtà culturali. I contenuti generati dagli utenti compongono una buona parte del feed del profilo e chiunque può parteciparvi utilizzando l’hashtag #girlsinmuseums.
Camilla e la co-fondatrice Francesca, dopo gli studi in comunicazione hanno deciso di creare questo progetto interamente sui social. Questo permette di creare una rete internazionale e presentare ai follower tante storie diverse tra loro provenienti da realtà lontane.
La passione per l’arte però riunisce tutti in questa quotidianità culturale che vuole rendere questo ambiente più inclusivo.
Il successo del progetto ha portato poi ad una rete di profili “fratelli” a livello internazionale che raccolgono ulteriori dati.
In un’intervista Camilla ha anche raccontato di aver visto molti profili italiani ispirati al suo, senza una richiesta di collaborazione. In ogni caso, dato l’attuale uso del web, ha dichiarato di non essersi mai dovuta scontrare con gli haters.
Sul sito di girlsinmuseums si legge che le protagoniste dei post su instagram possono essere donne in gallerie e musei. La volontà è di sottolineare per l’appunto il ruolo centrale e la professionalità delle donne che si trovano a lavorare, vivere o appassionarsi del mondo dell’arte con la volontà di mettere in luce le varie figure professionali.
Si vuole riconoscere il valore di artiste, curatrici, proprietarie di gallerie, visitatrici e chiunque faccia fatica ad ottenere un certo ruolo professionale per il proprio genere.
Facendo questo si lavora sul trasformare le donne da oggetto a soggetto dell’arte.
Con questo progetto inoltre promuovono molti luoghi di cultura di cui non condividono artista e opera, invogliando il follower ad andare in modalità offline a visitare quella galleria che tanto gli interessa.