Tutti qui ad aspettarvi un mio commento su Mai dire candid vero? No? Ah vabbè, credevo di sì. Poco importa, tanto non mi soffermerò troppo sulla nuova creatura targata Le Iene e Gialappa's, visto che vorrei piuttosto spostare l'attenzione su uno dei protagonisti della prima trasmissione: Giulio Golia.
Mi sono già occupato di Pif e di Lucci, stavolta tocca a te Giulio, e me te magno. Non è vero, oggi sarò anche pacato, gli insulti mattutini dei commentatori sono stati troppo pochi e sono poco galvanizzato.
Prima di parlare di Giulio un rapidissimo resoconto su Mai dire Candid: la Gialappa's arricchisce le candid (non avevo dubbi, altro che Ciccio Valenti), Le Iene sanno scegliere le modalità giuste (e l'obiettivo migliore), Forrest rende divertenti gli intermezzi (la sua comicità è sempre uguale, spesso banale, scontata e volgare, però sa fare egregiamente il suo lavoro: è un artista della battuta, non c'è nulla da fare), Ilary Blasi è una rivelazione: stretta in quel vestitino orribile, con le tette in gola, è molto più a suo agio accanto al maghetto che non con Luca e Paolo.
C'è feeling, e la ragazza sta crescendo.
Bene passiamo a Giulio Golia. Un'intervista su Tvblog, inutile oltretutto, – ma questa non è una novità per un blog che ormai è quasi solo un magazine poco "blogger style" (Ah, Failla, sempre ad accusà, ci sono fior fior di professionisti di là. Taci e continua a scrivere: kolione. Ecco mi sono insultato e il "galvanizzamento" è arrivato: leggete Tvblog, scusate, sforna tante news succose) – ci ha fatto scoprire qualcosa in più di Giulio, ovvero che non si è reso conto di essere stato un pesce fuor d'acqua al Festivalbar.
Peccato, l'autocritica è il sale della vita. Giulio sa fare il suo lavoro egregiamente alle Iene, da quando ha abbondonato i panni umili, e poco divertenti, dell'omone tutto verde e dello sputacchiante intervistatore, dedicandosi ad un po' di sana televisione d'assalto, ha acquisito punti importanti.
Proprio questa crescita professionale, che da soldato semplice l'ha fatto diventare "colonnello", ha aperto le porte al Festivalbar. Dove ha fallito. Inutile fingere, era a disagio. In primis perchè l'ego spropositato di Silvestrin ha messo in ombra tutti (cantanti compresi), in secondo luogo perchè l'altro interlocutore sul palco portava il nome di Elisabetta Canalis, con la quale puoi parlare solo se sulla sua scaletta sono previste delle risposte.
Strano, Golia era un bravo animatore di villaggi. Non c'è nulla da fare, quando la spontaneità lascia spazio alle rigide scalette si rischia la morte dell'artista. Solo Fiorello, fino ad oggi, è riuscito a convivere con simili imposizioni.
Dai che lo so, dentro di te, Giulio, ti sei accorto del passo falso: non dire più sicuramente è un’esperienza che mi ha dato molto. Ti assicuro che, non solo ai miei occhi, ti ha piuttosto tolto molto, portando a galla i tuoi limiti. Del tutto superabili.