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Golden Globe 2018, un red carpet che si tinge di nero.
Non è una cerimonia all’insegna dei grandi stilisti e dell’haute couture, ma questa volta è attivismo la parola chiave della premiazione. L’attenzione dei media non si concentra più su quale stilista abbiano scelto i divi e le dive, ma sul perché della presenza dilagante del nero. Nero non come forma di eleganza, ma come protesta condivisa durante il più grande evento hollywoodiano post scandalo Weinsten. Lo spettacolo della protesta è andato in scena come da previsioni.
La cerimonia è da settimane al centro dell’attenzione mediatica. I Golden Globe sono da sempre una cerimonia che coinvolge diversi settori, dal mondo dello spettacolo al mondo della moda e hanno grande risonanza a livello.
La 75esima edizione di quest’anno però, ha assunto una forte connotazione politica: tutte le sfumature di nero degli abiti si schierano compatti e solidali per la protesta #metoo.
” Paint it black ” cantavano i Rolling Stone ed ecco che uno degli eventi più mondani dello spettacolo si tinge di toni cupi e carichi di protesta. Non più dive, ma attiviste quelle che sfilano davanti agli occhi del mondo: da Tarana Burke che ha creato e contribuito alla diffusione del #metoo a Marai Larasi, Rosa Clemente, Ai-jen Poo, Monica Ramirez e Calina Lawrence.
Una cerimonia all’insegna del politicamente corretto, quella dei Golden Globe 2018. Nonostante il nero, si tratta di una premiazione prevalentemente in rosa. Tra i momenti che hanno fatto impazzire i social, il discorso di Oprah Winfrey che sembrava un annuncio della sua candidatura alle presidenziali del 2020.
E’ bastato pochissimo perché su Twitter l’hashtag #Oprah2020 impazzasse.
Nonostante la forte consapevolezza, la serata non ha voluto essere una cerimonia nell’ombra di Weinstein.
Dopo le battute di Seth Meyers, il fantasma del produttore è stato allontanato definitivamente. Mentre gli uomini restano in silenzio, sono le donne a condurre il gioco e a tenere le redini dello show. La premiazione è stata anche teatro di discorsi molto importanti, da France Mc Dormand a Barbra Streisand. Sono le attrici delle serie Big Little Lies ha rilasciare le dichiarazioni più forti, come Lara Dern, miglior attrice protagonista. La Dern ha dichiarato: ” Insegniamo ai nostri figli che denunciare i soprusi senza paura delle conseguenze è la nostra nuova Stella Polare “.
Alla voce della Dern si aggiunge anche quella di un’altra protagonista della serie, Nicole Kidman, che auspica in un futuro all’insegna del potere femminile.
Bellezza e solidarietà, ecco le parole chiave della serata che è servita anche come lancio ufficiale del movimento Time’s UP. Partito inizialmente con una lettera aperta sul New York Times è stato sottoscritto da tutte le attrici di Hollywood e intende sostenere le vittime di abusi che non possono permettersi un legale. Con questo manifesto, le attrici intendono proteggere le donne della società civile psicologicamente ma anche e soprattutto dal punto di vista economico.
Tutto il ricavato economico, che domenica sera ammontava a 15 milioni di dollari, verrà devoluto per questa causa. E’ Oprah a dettare lo slogan del movimento: ” Il loro tempo è finito! “. Quest’anno, hanno davvero vinto le donne del black carpet.