Gucci sfilata: incanta Parigi con la nuova collezione

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Una sfilata che si è dimostrata un successo a partire dai più piccoli dettagli, come l’invito.

Alessandro Michele ha scelto la Paris Fashion Week per la sua nuova collezione ss19, come omaggio alla Francia.

Gucci sceglie Parigi

La città meneghina, nota per la moda, che fa gola a tutti gli stilisti più famosi…eccetto Alessandro Michele. Il direttore artistico del grande colosso del lusso italiano, Gucci, ha deciso di lasciare un vuoto nel calendario della Fashion Week milanese, stravolgendo quello di Parigi. Dior, infatti, ha dovuto anticipare la propria sfilata di un giorno.

Gucci è un marchio di origini italiane, ma è stato acquisito dal gruppo francese Kering; con lo spettacolo del 26 settembre, Michele ha concluso la cosiddetta “trilogia francese”, cominciata in primo luogo con la campagna pubblicitaria pre-autunnale che ha richiamato le proteste studentesche di Parigi del 1968 e proseguita con la sfilata Cruise 2019, avvenuta ad Arles, nel sito nella Promenade Des Alyscamps.

Per il terzo elemento della trilogia, cioè la sfilata SS19, Michele ha scelto “Palace” lo storico teatro parigino del XVII secolo , che durante gli anni ’70 del 1900 è stato il simbolo del divertimento sfrenato per personaggi come Karl Lagerfeld, Andy Warhol, Roland Barthes e Mick Jagger.

La sfilata

Michele ha presentato la SS19 Collection come un vero e proprio show teatrale, in una location simbolica per lui, che rimanda all’infanzia dello stilista, quando la madre era assistente di un produttore cinematografico e lui la seguiva tra palchi, backstage e sipari.

L’invito è stato realizzato sotto forma di busta contenente bulbi di tulipani da piantare e ad ogni invitato è stato regalato un piccolo binocolo, proprio come quelli che si utilizzavano all’Opera.

La sfilata è cominciata con la proiezione di un lavoro di De Bernardinis e Peragallo, che, afferma Michele, sono i rappresentanti del teatro sperimentale romano degli anni ’60 e giustifica la scelta dichiarando: “Come loro univano Shakespeare e Totò, io voglio mescolare tutto, senza freni inibitori”.

Da qui, è iniziata la presentazione della collezione: è stato come fare un tuffo in una fiaba rivisitata.
Lurex, frange, abiti da sera con maxi rouches, maniche ampissime, cristalli a cascata, occhiali extra large, cappelli a falda larga e borse a forma di Topolino…sì, perché il mondo in cui il direttore artistico ci ha catapultati, sembrava proprio quello Disney.

I look sono uno specchio del pensiero romantico e sognatore del direttore creativo Alessandro Michele e sembrano rivisitazioni di quelli delle leggendarie principesse Disney.

Abbiamo Mulan, con le tonalità vivaci del rosso e fucsia o Jasmine, che sfila in azzurro con le frange scintillanti che brillano a ritmo dei suoi passi.

Le modelle e i modelli erano come principesse con i loro principi che apparivano leggere ed eleganti su quella passerella suggestiva e il pubblico poteva ammirare lo spettacolo con gli occhi sognatori con cui si guarda Cenerentola, Mulan o La Sirenetta.

Non hanno propriamente sfilato, ma si sono posizionati sul fondo del teatro, rimanendo ben visibili.

Le 84 uscite totali sono state accompagnate dalla sublime voce di Jane Birkin, che ha cantato Baby Alone in Babylon dal vivo, canzone che, nel 1993, le è stata scritta e dedicata dal compagno Serge Gainsbourg: una vera espressione della bellezza che Michele aveva pensato per la sua collezione.

Alla sfilata, oltre a buyers e giornalisti erano presenti dei super fan di Gucci, come ad esempio l’attore, cantante Jared Leto, Selma Ayek, Eva Chen, Maurizio Cattelan e tanti altri.

Non rimane altro che congratularsi con Alessandro Michele, per aver dato vita ad uno spettacolo che ha aperto le danze della Paris Fashion Week con un capolavoro che non finirà nell’oblio, perché è iconica.