Argomenti trattati
Henri Rousseau è la dimostrazione che nella vita si può fare tutto.
Ha deciso in età matura di dedicarsi all’arte e da autodidatta ha dimostrato di riuscire ad ottenere comunque, sebbene dopo tanti anni, riconoscimento artistico.
Henri Julien Félix Rousseau (Laval, 21 maggio 1844 – Parigi, 2 settembre 1910) è stato un pittore francese. Cresce in una piccola cittadina francese insieme al padre commerciante e la madre. Decide di abbandonare gli studi per arruolarsi come volontario in fanteria così da evitare delle conseguenze, possibilmente penali, in seguito ad un piccolo furto.
Con la morte del padre decide però di abbandonare il servizio e trasferirsi nella capitale francese per trovare un lavoro onesto. Una volta a Parigi trova un’occupazione come segretario di un ufficiale giudiziario ma dura ben poco.
La guerra con la Prussia lo costringe infatti ad arruolarsi di nuovo ma riesce ad essere presto congedato per via dello status di vedova della madre. Tornato in città si inserisce dunque come gabelliere nell’ufficio comunale del dazio di Parigi. Svolge questo incarico per oltre vent anni e proprio lì realizza di voler diventare un pittore e così, decide di lasciarlo rimanendo sempre però “Rousseau il Doganiere”.
Inizia a realizzare le sue prime opere lavorando da autodidatta e sfruttando i consigli degli amici pittori Félix Auguste Clément e Jean-Léon Gérome. Appartengono a questa fase della sua produzione “Paesaggio invernale con episodio bellico” e “Paesaggio con mulino e carretto”. Nel 1890 riesce però già a rendersi discretamente noto grazie al noto “Autoritratto – Paesaggio” apprezzato per la sua visione del tempo quasi ironica e pessimista.
Sicuramente uno dei fattori più determinanti nel suo successo artistico è lo studio delle opere esposte al Museo del Louvre dove ha modo di analizzare le opere di grandi artisti.
Questa nuova cura per l’arte gli permette di essere accettato al Salon des Indépendants, un luogo meno altezzoso rispetto al Salon Officiel, dove ha modo di esporre per diversi anni.
Con la scoperta del pittore Frans Post di origine olandese, la sua produzione artistica si orienta verso qualcosa di più esotico. Rappresenta infatti un ambiente vegetativo che trae molta ispirazione dalla fantasia, portando spesso la critica a rimanerne confusa e spesso divertita. A ciò si aggiunge la nota puntualizzazione che i suoi colleghi sono soliti fare che ha come oggetto il suo studio da autodidatta. Rousseau però ha affermato di aver rifiutato liberamente di frequentare accademie ed atelier, ma questo lo ha portato ugualmente ad essere escluso dall’ambiente artistico.
L’incongruenza artistica tanto criticata dai colleghi va maturandosi nel corso degli anni portandolo a prestare sempre più attenzione alla luce e alle prospettive. Se nelle prime opere si vede un’incapacità di seguire le relazioni prospettiche, verso la fine della sua carriera è possibile vedere una grande maturazione nell’utilizzo dello spazio. Questo miglioramento attira anche l’attenzione dei critici che, seppur non cambiando completamente opinione sulle sue opere, si abborbidiscono nei giudizi.
Anche i suoi colleghi cambiano opinione sul suo conto e di conseguenza passa gli ultimi anni della sua vita circondato da intellettuali. L’atmosfera quasi magica, oltre che esotica, diventa avanguardistica agli occhi degli artisti del tempo. Inizia infatti ad otenere riconoscimento da artisti come Paul Gauguin, Apollinaire e George Braque. Non manca inoltre il sostegno da parte dei simbolisti, tra cui Pablo Picasso, che si complimento con lui per l’uso sapiente del colore.