Molti anni fa la mattina o i pomeriggi di Italia 1 (a seconda della maggiore o minore vicinanza temporale rispetto alla prima messa in onda) erano allietati dalle avventure dell’Hercules interpretato da Kevin Sorbo: a metà tra il serio-drammatico e il faceto-comico, il telefilm prodotto da Sam Raimi restituiva una versione a metà tra il pop e il kitsch della mitologia greca, il tutto filmato in scenari neozelandesi che, pur senza saperlo, avrebbero anticipato le location fantasy della trilogia del Signore degli anelli di Peter Jackson.
In questi giorni Ercole ritorna sullo schermo, ma ora si tratta di quello grande. Nelle sale italiane è infatti arrivato Hercules – La leggenda ha inizio, un film d’azione-avventura che riprende le gesta del semidio figlio di Zeus e della regina Alcmena.
La pellicola diretta da Renny Harlin (Die Hard 2, Driven, Cliffhanger) più che riprendere le ingenuità del serial post-moderno si adegua alla moda del momento e imposta un immaginario che si colloca a metà tra l’estetizzazione estrema di 300 e la ricostruzione storica all’acqua di rose de Il gladiatore.
Il regista però, a dispetto delle legittime aspettative, si è detto molto più interessato all’aspetto drammatico della vicenda dell’eroe piuttosto che alle sue gesta e agli scontri fisici conseguenti: “Tutti hanno già un’immagine di Hercules come un uomo grande e muscoloso che fa cose sovrumane, ma noi volevamo assolutamente staccarci da questa visione e presentare Hercules come un giovane uomo che è in conflitto con la sua identità. Sin dall’inizio di Hercules siamo partiti facendo i conti con chi è.
E al centro del nostro film, c’è in realtà una storia d’amore che mostra una gamma di emozioni propriamente umane“.
Il mastodonte greco è interpretato da Kellan Lutz, che in molti ricorderanno come l’Emmett Cullen della saga di Twilight, mentre il tirannico padre ha le fattezze del grande Scott Adkins, attore-atleta straordinario visto in I mercenari 2.
La vicenda prende il via proprio dal tradimento della madre di Ercole ai danni del feroce re Anfitrione: il gesto in realtà è una preghiera a Zeus con lo scopo di riportare la pace nel regno.
Sarà Ercole a dover far avverare la profezia, ma prima dovrà subire l’ira del suo patrigno, geloso della sua origine, verrà separato dall’amata principessa Ebe e sarà mandato in esilio.
Dopo aver scoperto i propri poteri durante la breve carriera da gladiatore dovrà scegliere il proprio destino: fuggire con il suo vero amore o diventare il più grande eroe di tutti i tempi?
È proprio la domanda che si sono posti gli sceneggiatori: “È l’eterna storia della lotta tra il fato e il libero arbitrio, tra la responsabilità verso gli uomini e i propri desideri personali.
Il ruolo predestinato di Hercules come salvatore del suo popolo e della sua terra è una vocazione più forte del desiderio e del richiamo del suo grande amore? Possono i due impulsi essere entrambi soddisfatti nell’arco di una vita? Credo che queste domande costituiscano il grande tema di questo dramma“.