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Il mondo del metaverso e quello della moda si stanno unendo sempre di più, tramite vari progetti che portano ad una nuova definizione di stile. Diversi marchi hanno approfittato di questo trend, come Adidas, che ha creato degli NFT venduti a prezzi esorbitanti. Non tutte le case di moda però hanno accolto a braccia aperte questa nuova realtà. Infatti è di pochi giorni fa la notizia di Hermès e le Metabirkin. Il brand luxury ha fatto causa a Mason Rothschild, l’artista che ha creato e venduto copie digitali contraffatte.
Metabirkin: Hermès denuncia le borse digitali
Negli ultimi tempi si sta parlando sempre di più di Metaverso, e degli ampi spazi che la moda si sta ritagliando in questo settore. Ma con cosa abbiamo a che fare? In breve, si tratta di uno spazio virtuale in cui ci sarà possibile fare di tutto, dal lavoro al tempo libero. Al suo interno si è sviluppato il fenomeno degli NFT (Non Fungible Token, cioè beni non tangibili). Grazie ad essi possiamo dichiarare la nostra proprietà su un “oggetto virtuale”, che grazie ad una stringa di codice sarà sempre riconoscibile come nostro. Diversi marchi di moda sono entrati nel Metaverso, che prima sembrava una realtà rivolta solo ai gamer. Fra le idee più popolari tra i brand di questo settore ci sono la creazione di capi d’abbigliamento digitali, come ha fatto Nike, e collaborazioni che danno vita ad Avatar NFT come nel caso di Balmain.
Questa volta il brand coinvolto è quello di Hermès, che ha fatto causa a Mason Rothschild per la creazione delle Metabirkin. L’artista infatti ha creato delle opere virtuali che assomigliano molto all’iconica borsa Birkin, uno dei prodotti di punta del marchio francese. Ha poi cambiato i colori e le texture delle borse virtuali, facendole apparire ricoperte da uno strato di pelo colorato. Il motivo di scontro è stato causato non solo dalla contraffazione virtuale, ma anche dalla loro vendita. Rothschild ha venduto 100 di queste borse digitali, sul sito metabirkins.com e alcune delle opere avevano un prezzo che superava persino quello della sua controparte fisica. Il primo di questi NFT è stato acquistato ad un prezzo che equivale a 37mila euro.
Borse false virtuali? La controversia
Di fronte al caso delle Metabirkin, Hermès ha depositato al tribunale di New York una citazione lunga 47 pagine nei confronti di Mason Rothschild, definendolo “Uno speculatore digitale che sta cercando di arricchirsi velocemente”. Secondo l’avvocato del marchio di lusso infatti, l’artista avrebbe cercato di rimuovere il brand Hermès sostituendolo con la parola Meta e affiancandola al termine Birkin. Quest’ultimo è da sempre associato alla casa di moda francese, in quanto nome del suo prodotto di punta, ovvero le borse Birkin. Sempre secondo l’avvocato: “Non c’è dubbio che il suo successo derivi dal suo uso confuso e distruttivo del famoso marchio Hermès”.
Gli eventi hanno portato ad una nuova domanda che tutti ci poniamo nei confronti del Metaverso: in questi casi abbiamo a che fare con opere contraffatte, oppure no? Gli NFT possono essere paragonati ai falsi reali, che possiamo toccare con mano? Mason Rothschild si è subito difeso pubblicamente, affermando che il suo è un progetot giocoso che si basa soltanto sulla moda reale. “Non sto creando o vendendo borse Birkin false […] Ho realizzato opere d’arte che raffigurano borse Birkin immaginarie ricoperte di pelliccia”. A questo punto spetterà al tribunale decidere l’esito della controversia, stabilendo anche un caso di riferimento in merito al concetto di autenticità all’interno del Metaverso.