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Avvocato di successo, donna in carriera, poi First Lady dalle grandi ambizioni politiche.
Hillary Clinton, si è distinta per per il suo impegno nelle lotte per i diritti sociali ed è una una dei 100 avvocati più influenti d’America nonché la prima donna a concorrere alla Casa Bianca, in 240 anni di storia. Si è battuta contro Barack Obama alle primarie del 2008, poi contro Donald Trump nella corsa alla Presidenza Americana, e oggi, in vista delle elezioni presidenziali del 2020 dice: “Non mi presento, ma continuerò a parlare e a difendere ciò in cui credo”.
Hillary Diane Rodham nasce il 26 ottobre 1947 a Chicago, Illinois. Proviene da una famiglia metodista e conservatrice, il padre, Hugh Ellsworth Rodham, era un dirigente tessile dalle origini inglesi mentre la madre Dorothy Emma Howell Rodham, era semplicemente casalinga. Hillary ha, inoltre, due fratelli: Hugh e Tony.
Si diploma alla Maine South High School, dove inizia a ricoprire ruoli di spicco nell’istituzione scolastica: rappresentante di classe, membro del consiglio degli studenti e membro della National Honor Society.
Continua a studiare al Wellesley College, dove si specializza con lode in Scienze Politiche. È la prima oratrice donna a svolgere il discorso di laurea come miglior laureanda. In questo periodo di studio, ricopre il ruolo di Presidente dei Wellesley Young Republicans e si iscrive al partito dei democratici, definendosi “una conservatrice della mente e un liberale del cuore”.
All’Università di Yale studia legge, focalizzandosi sui diritti dei bambini e delle donne, tema che l’accompagnerà per tutta la vita e che sarà il fulcro di molte delle sue battaglie politiche.
Il primo impiego, infatti, sarà alla “Children’s Defense Fund”, grazie a una borsa di studio per merito. È in questi anni che conosce il collega e studente Bill Clinton con cui inizierà una relazione. Siamo nel 1973, Hillary si laurea a Yale con una tesi sui diritti dei minori. Alcune indiscrezioni dicono che fu dopo la laurea che Clinton le fece la prima proposta di matrimonio ma lei rifiutò per concentrarsi sulla sua carriera.
Lavora poi nel gruppo di avvocati “House Judiciary Committee”, l’organismo preposto al giudizio dell’impeachment di Richard Nixon, per lo scandalo Watergate. Per lavorare nell’Università, decide di trasferirsi in Arkansas, la stessa dove lavora Bill Clinton.
Raggiunta una certa stabilità, i due si sposano nel 1975 e cinque anni dopo, nasce l’unica figlia, Chelsea. Entra a far parte, come socia, della Rose Law Firm e, nel frattempo, crea il gruppo “Arkansas Advocates for Children and Families” e viene nominata dal National Law Journal come una dei 100 avvocati più influenti d’America.
Intanto il marito continua la sua ascesa politica prima diventando governatore, poi concorrendo alla Casa Bianca fino al 1992 dove diventa ufficialmente Presidente degli Stati Uniti confermato per ben due legislature.
In questo periodo Hillary non si limita ad essere First Lady ma è un’attiva consigliera, sfrutta il suo ruolo politico per la battaglia per i diritti sociali e conquista un posto di rilievo come Senatrice tra le file del Partito Democratico (dal 2001 al 2009).
Con il supporto di Bill Clinton, all’inizio del 2007, Hillary rende nota la sua candidatura alla presidenza degli Stati Uniti per le elezioni del 2008.
Dopo una lunga corsa per le primarie, sarà però Barack Obama il candidato democratico in corsa per la Casa Bianca che, una volta ottenuta la presidenza, la elegge a Segretario di Stato, ruolo che manterrà dal 2009 al 2013. Alla fine dei due mandati di Obama, Hillary si ri-candida alle Primarie del suo partito: dopo un testa a testa con Bernie Sanders durato mesi, all’inizio di giugno diviene ufficialmente la candidata alla Presidenza degli Stati Uniti d’America.
È la prima donna in 240 anni di storia.
L’8 novembre 2016 è Hillary a battersi contro Donald Trump alle presidenziali. Dopo la sconfitta si candida come Sindaco di New York. In vista delle prossime presidenziali statunitensi che si terranno nel 2020, Hillary ha commentato “Non mi presento, ma continuerò a parlare e a difendere ciò in cui credo”.