Il cannibale di Rotenburg, la carne umana e quel retrogusto di maiale

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Armin Meiwes è conosciuto come il cannibale di Rotenburg, ha divorato il piripillo di un uomo (consenziente), imbandendo una tavola con la vittima appena evirata.

Non solo, dopo il festino, visto che il suo amichetto era morto per evidenti problemi, lo ha fatto a pezzi e ha creato delle bustine di Quattro salti in padella di cui si è cibato per un mese, previo scongelamento e successiva cottura.

Armin Meiwes è stato intervistato in una trasmissione tedesca, dove ha raccontato con lucidità sorprendente la fantomatica cena, che ha oltretutto registrato con una videocamera: giusto per dimostrare che la vittima era del tutto consenziente.

Quel video, in tv, non l'hanno fatto vedere. Solo i giudici hanno assistito allo "spettacolo" di 4 ore.

Fioccano le polemiche, i telespettatori si indignano, i giornali attaccano la trasmissione, ne viene fuori un'interrogazione parlamentare. La notizia arriva in Italia e la storia si ripete: i giornalisti si incazzano, il popolo si indigna, il Parlamento se ne sbatte visto che la cosa non li riguarda.

Io, invece, prendo le distanze.

Da quelli che si lamentano, non dalla trasmissione. Capisco che l'argomento possa essere controverso, macabro, scioccante, indegno, ma una storia come questa dev'essere raccontata ai telespettatori. Da direttore di Rete direi che va raccontata perchè tira, da uomo comune perchè una storia così la vorrei sentire. Ancor più se raccontata dal protagonista. Mi interessa più del giallo di Garlasco, della strage di Erba o del delitto di Cogne.

Per una sola ragione: non ci sono vittime.  

Meiwes, la sera del 10 marzo del 2001, divorò l'ingegnere berlinese che aveva conosciuto attraverso alcuni messaggi criptati che i cannibali si scambierebbero attraverso internet.

Ma la vittima, Bernd Brandes, di 37 anni, anche lui antropofago, era pienamente consenziente.

Per questo non ci sono vittime in questo macabro gioco. Ho visto parte dell'intervista in tedesco, Meiwes, condannato all'ergastolo, ha fatto il personaggio con affermazioni forti sul "sapore della carne, un po' meno saporita del maiale", sulla "presenza di almeno 10mila cannibali in Germania" e su "quel momento che aspettava da 30 anni".

C'è da scandalizzarsi? No, io non mi sono scandalizzato.

Trovo molto più interessante scoprire un'umanità perversa, che porta alla luce un lato a me sconosciuto, che vedere quattro perversi umanoidi che chiaccherano di Garlasco. Perchè nascondere la realtà? Oltretutto non c'è nemmeno da farsi troppe domande sul rispetto nei confronti della vittima.

La tv tedesca è andata alla ricerca di share? Sì, ma chissenefrega. Qui in Italia lo facciamo quotidianamente con i plastici ultracitati; e questo, a fine trasmissione, non ci lascia nulla.

Io invece da quell'intervista ho conosciuto un mondo parallelo del tutto ignoto. Ne sono uscito arricchito? No, però ho soddisfatto la mia fame. Di sapere