Il Festival abilita un rimbambinimento collettivo che ci coinvolge in divertenti riti giocosi. ("divertenti?" si capisce l'ironia?).
Giochino numero uno: chi vince il Festival? (previsione fatta ieri).
Giochino numero due: come lo cambiamo il format di Sanremo?
Campione incontrastato di questo secondo stimolante passatempo è Francesco De Gregori. L'intellettuale di "Gesù bambino piccino picciò", infatti, molti anni fa consigliò di modellare il Festival ad immagine e somiglianza della Biennale d'arte di Venezia.
Dopo la reboante minchiata esplosa dal noto cantautore col suo cannone-donna appena acquistato, si sono succedute negli anni altre idee ,meno fragorose, di nuove formule.
Pochi giorni fa, il paroliere di Lucio Battisti, Mogol, ha avanzato la sua proposta.
"… credo – ha detto- che si dovrebbero portare le canzoni quando siano già note. I giovani, infatti, andrebbero valorizzati e non presentare testi sconosciuti".
La variazione suggerita dal grande autore inciderebbe sulla gara in modo rivoluzionario ma opportuno, perchè il "riascolto" è necessario per apprezzare una nuova melodia.
E perchè non offrire un' anteprima delle canzoni su Internet, dove peraltro quest'anno non è filtrato niente in anticipo?
Potrebbe essere questa la strada per trovare la benedetta "convergenza" tra vecchio e new media e trasformare il Festival in un evento multicanale?
E' un'idea: spero che non sia una cannonata…