Il “Gentile sig. Failla” risponde ad Elena Guarnieri

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Oggi mi ha scritto Elena Guarnieri – giornalista di Studio Aperto e, si dice, possibile nuova conduttrice del fantastico Tg5 di Mimun – per replicare ad un mio post che la riguardava.

Come sempre accade quando il diretto interessato replica alle mie affermazioni pubblico la riflessione, aggiungendo ovviamente la mia risposta. 

Gentile sig Failla,

leggo per caso in internet nel sito sul quale lei scrive "tele dico io", una critica televisiva che mi riguarda . Si fa riferimento a una mia intervista a Simona Ventura trasmessa l'estate scorsa all'interno del programma Lucignolo bella vita.

Non sa che piacere leggere critiche e migliorarsi, specie se si tratta di osservazioni acute e intelligenti.

Ricordo sempre con piacere una critica che mi fece il giornalista Levi dalle pagine de "Il Giornale": lo ringraziai perfino e l'anno dopo approntammo miglioramenti al programma Gentes di cui si parlava in quell'articolo .

Al contrario , spiace dirlo, la sua sembra una lettera piena di acredine e astio non sostenuti da argomenti ficcanti e ragionati. Lucignolo come lei ben sa è un programma di alleggerimento estivo. Puo' piacere o no, si figuri.

Ma scambiarlo per un format culturale significa avere scambiato un paio di jeans per un abito di Valentino.

L'intervista a Simona Ventura voleva essere una chiaccherata leggera e spiritosa, non una lezione di giornalismo, come lei pensava. E pensi che quell'intervista da lei derisa ebbe il massimo ascolto del programma. Lei dice che i telespettatori sono una massa di cretini? Io no.

Io sono convinta che sappiano capire quando una cosa è fatta per strappare un sorriso e quando invece l'intento è un altro.

Un buon giornalista a mio modestissimo avviso deve sapere fare entrambe le cose. .. Dia un'occhiata per esempio se ne avrà voglia – un'occhiata senza preconcetti si intende – alla prossima edizione di Vite straordinarie. Magari noterà che le interviste a politici come il Presidente della Camera Bertinotti o l'ex Ministro Rognoni e a personaggi del mondo della cultura come Il professor Cardini hanno un contenuto e una valenza diverse da quella alla Ventura in Lucignolo.

Le auguro di diventare un grande critico televisivo, di quelli liberi e intelligenti, e non prezzolati e pieni di pregiudizi come purtroppo già ne esistono ..

Buone vacanze.

Elena Guarnieri

Rispondo.

Gentile sig.ra Guarnieri,

il problema di quando si arriva ad un articolo (in questo caso ad un post) cercando su un motore di ricerca è ben noto. Soprattutto se si arriva in un blog che esiste dall'ottobre del 2005. Il post in questione non era assolutamente ficcante, non era argomentato, ma, spiace dirlo, era frutto di un lungo e ragionato percorso.

Eggià, dirà lei, quattro righe in croce con tre battute che nemmeno fanno ridere sarebbero un ragionamento argomentato? No, non lo sono.

Un blog, per sua natura, quando esiste da tempo ed ha successo, diventa un luogo nel quale un blogger scrive e i suoi lettori commentano arricchendo la discussione. Un semplice spunto può diventare un dibattito da portare avanti nei commenti. Non solo, quel post aveva come tematica portante (sottintesa a lei, ma non ai lettori di questo blog) la trasmissione Lucignolo, di cui, in due anni, ho parlato abbondantemente.

Senza neanche dover proferir parola so già che tutti i lettori di Tele dico io sanno bene cosa penso di questa terribile costola di Studio Aperto. Quindi non ho bisogno di approfondire l'argomento ogni volta: ecco il perchè di quelle poche righe, all'apparenza non argomentate.

Insomma, cosa mi sarei dovuto aspettare da un'intervista a Simona Ventura in un programma di alleggerimento estivo? Erano quelle le domande da fare, proprio quelle che ho fatto io, Elena Guarnieri.

Mi perdoni se ho riassunto i suoi pensieri in una frase, il senso mi sembrava questo.

Bè, non era proprio quella l'intervista che mi aspettavo. Già, il personaggio era debole dal punto di vista dell'approfondimento intellettuale (almeno questo è il suo ruolo televisivo), il contenitore era quello che era, ma anche su argomenti leggeri si possono fare domande interessanti. Quelle non lo erano, per vedere una chiaccherata del genere tra lei e Simona Ventura non c'è bisogno di fare un servizio.

Purtroppo l'intervista risale ad un anno fa, non posso citarle a memoria le domande, ma l'esempio della richiesta di informazione sul trasloco di Simona Ventura rende l'idea.

Il vero problema è che proprio il giornalismo di Studio Aperto ad essere così, non Lucignolo: quattro notizie di cronaca con musica strappalacrime in sottofondo, un servizio sui malandrini del governo Prodi, ventisette servizi sul culo delle veline e sulle vacanze estive di Galante e Vieri.

Non c'è approfondimento, cercate share e fate promozione ai personaggi Mediaset. Ecco perchè, secondo me, quello non è un esempio da seguire.

Tutto qui. I telespettatori sono una massa di cretini? Non tutti, ma la maggior parte sì. Una gran fetta di coloro che guardano Lucignolo, sono pronto a scommetterci, sono solo in attesa del servizio sulle ballerine di lap dance o sono coloro che vivono con il culto di Fabrizio Corona (i teenager della nuova generazione, insomma).

Ecco, Vite Straordinarie è un discorso diverso. Una trasmissione che ha una sua ragione di esistere. Il telegiornale per il quale lavora invece è indifendibile. Accetto comunque il suo consiglio, a settembre scriverò della nuova edizione delle sue Vite. E' una promessa. 

Buone vacanze a lei.

Matteo Failla