Mi espongo, accettando le critiche che mi accompagnano da quando anni fa ho iniziato a scrivere di tv. Lo faccio con la solita sfrontatezza, perchè in primo luogo è necessario che un blogger usi un blog come specchio della propria personalità. Altrimenti – prendendo in giro il lettore con una seconda faccia pubblica – si finisce per decretare la morte di quello che molti chiamano ancora diario online.
Silvia Burgio, la trans del Grande Fratello, sta facendo discutere. Gli autori del Grande Fratello sono riusciti ad intortare ben bene i telespettatori, ingannando anche coloro dai quali mi sarei aspettato una reazione. Sono riusciti a prendere per il culo anche i più scettici, quelli che come me vedevano in Silvia Burgio uno sfruttamento mediatico della morbosità voyeuristica.
Per il solo fatto che – giustamente – il Grande Fratello ha deciso di rendere nota l'identità della trans, evitando così il triste toto trans, si è definita ammirevole la scelta.
Per il solo fatto che i genitori della trans erano in studio a parlare della propria figlia (il padre ha anche fatto cenno ad un problema, dimostrando quanto fosse fasulla quella propensione all'apertura mentale), si è pensato ad un approccio "in stile" al tema della sessualità in Italia; un paese di rincoglioniti dove i Dico sono stati abbandonati, e affossati, per le troppe influenze di chiara derivazione cattolica: un morbo divino che ancora non siamo riusciti a scrollarci di dosso.
E così tutti sono felici. Io invece no. Perchè Silvia Burgio è entrata a far parte del Grande Fratello per creare scandalo, non per istruire il telespettatore. Lo dimostra la fuga di notizie prima dell'inizio del GF, quando a farla da padrona nel pubblico era la curiosità: Chi sarà la trans? Secondo me quella lì. No, quella lì. Anzi quella.
Ancora oggi, nonostante il coming out, qualcuno dubita della reale identità delle partecipanti. Molti evitano di dire "mmazza che figa quella" per paura di dover scoprire un domani che in realtà, da piccina, quella gran figa era un uomo.
E poi diciamolo chiaramente: in un programma che fa la felicità dei voyeur, la curiosità di vedere Silvia come mamma non l'aveva fatta è tanta. Chissà come saranno le tette, chissà come sarà laggiù, chissà com'è una trans operata. E i peli? Domande da bar che rimbalzano nei neuroni di tanti.
E' triste rendersi conto che ancora oggi la tv riesce a vendere un prodotto mascherandolo ad arte. E' triste anche che Silvia Burgio si presti a questo giochetto inseguendo la sua voglia di celebrità.
Sdoganamento della trans al Grande Fratello? No, semplice morbosità attira ascolti.