Grande Fratello non è solo un format, ma il canone di riferimento di un genere autenticamente televisivo: i reality show, la prima categoria di programmi "autoctona" del piccolo schermo.
Il primo genere televisivo puro.
Varietà, talk show, fiction, tg, quiz, derivano tutti da mondi estranei alla tv.
Il Varietà è di chiara matrice teatrale, poichè si ispira alle forme di avanspettacolo che animavano i Teatri dei primi decenni del ‘900. Il Talk show ha trasferito la conversazione tipica della radio nei salotti della Tv. La Fiction l’hanno inventata i fratelli Lumière sul Grande Schermo, ed è stata adattata all’elettrodomestico in versione di sit com o soap opera.
I Giornali si scrivevano già nel ‘700, ai tempi delle Gazzette, prima di integrarsi con le parole della Radio e con le immagini della Tv.
E così via.
Fino ad oggi, in pratica, non esisteva nel palinsesto televisivo un solo genere che non fosse mediato da altre forme di Spettacolo e Comunicazione. Il reality show non proviene invece da nessun altro ambito. Si fa solo in tv, e rappresenta il primo laboratorio per testare un vero linguaggio specifico.
Al di là delle critiche che gli piovono sui suoi contenuti più o meno frivoli o immorali, è il caso dunque di riconoscergli questo merito. E di attribuirlo al suo inventore.
Creatore ufficiale, anche se il Reality "archetipo" ha in effetti una genesi più complessa, è l’olandese Jhon De Mol, capo della società di produzione Endemol Entertainment. De Mol ha ideato Big Brother con la sorella Linda. Modello ispiratore è stato, racconta, il progetto scientifico Biosphere 2, affascinante test americano per riprodurre in un ambiente chiuso le condizioni di sopravvivenza di un gruppo umano.
Osservando i problemi di relazione tra gli abitanti-cavia dell’ ecosistema autosufficiente dell’Arizona, ha lanciato in orbita Taricone, la cugina sventata di Kaori dell’attuale edizione ed un sacco di teste il cui contenuto è ideale per viaggiare nell’ Iperspazio in assenza di Gravità. Nessuno è perfetto..