Il potere del cane è uscito nelle sale il 17 novembre 2021 e la trama è tratta dall’omonimo romanzo del 1967 dello scrittore statunitense T.
Savage. Il film, diretto dalla brillante Jane Campion, è vincitore del Leone d’Argento per la migliore regia ed ha ottenuto 3 Golden Globes (Miglior film drammatico; Miglior regista; Migliore attore non protagonista). Inoltre, ha ottenuto 11 nomination agli Oscar 2022 e 7 nomination BAFTA 2022.
Siamo in Montana nel 1925, in un ranch isolato, dove i fratelli Burbank conducono una vita semplice e incentrata sul lavoro.
Il rapporto tra i due fratelli anche se formale è molto stretto, nonostante ci sono delle differenze tra i due: mentre George, interpretato da Jesse Plemons, è pacato e gentile, Phil invece, interpretato dal candidato agli Oscar Benedict Cumberbatch, è cinico e nemico delle convenzioni sociali.
L’ equilibrio famigliare viene distrutto, dopo quasi venticinque anni di vita passati insieme, dal matrimonio del fratello con Rose Gordon, interpretata da una magnifica Kirsten Dunst. L’arrivo di Rose al ranch attira le immediate antipatie di Phil che tormenterà non solo la cognata ma anche il figlio di lei, Peter Gordon, interpretato dall’apprezzatissimo Kodi Smit-McPhee.
Phil, continuerà ad avere un atteggiamento brutale e maschilista, fin quando non verranno a galla dei segreti nascosti e repressi da troppo tempo.
L’enigmatico titolo del film, scelto nel 1967, non solo si riferisce alle colline che fanno da sfondo all’intera trama ma anche al versetto 22:20 tratto dai Salmi “Salva l’anima dalla spada, salva il cuore dal potere del cane”.
La stessa Campion ha spiegato che il titolo è come se fosse un avvertimento.
Con il “potere del cane” si intende tutti quegli impulsi profondi e incontrollabili che possono salire in superficie e distruggerci.
Il potere del cane, non parla del rapporto turbolento tra famigliari nuovi e vecchi, ma affronta in maniera audace e profonda il tema della repressione. Precisamente dell’omosessualità repressa in un ambiente machista per eccellenza, ancorato a tradizioni e costumi incompatibili con il nuovo mondo.
Realtà in cui gli uomini hanno dovuto reprimere i propri sentimenti per riuscire a sopravvivere in un ambiente brutale e selvaggio.
Il personaggio di Phil, il protagonista assoluto dell’intera storia, rappresenta questi conflitti interiori e mai espressi. Ma descrivere Phil come un uomo simbolo della mascolinità tossica non riuscirebbe a catturare la vera essenza di un uomo che ha accettato e introiettato le regole di questo mondo insensibile e maschilista che lo spinge ad avere questi atteggiamenti beffardi e di derisione nei confronti di Rose e di tutti coloro che sono diversi da lui.
Purtroppo, l’unica colpa di Rose è quella di amare George, cosa che a Phil non verrà mai concesso provare.
Cumberbatch è sbalorditivo nel ruolo, l’attore è riuscito a mettere in scena la vera essenza del brutale proprietario di ranch Phil Burbank. È rimasto nel personaggio per tutti i tre mesi di ripresa in Nuova Zelanda, riuscendo a far emergere quel lato crudele tipico di Phil e riuscendo a comprendere la complessità psichica del suo personaggio per una performance da Oscar!