Sono sempre qui a "criticare per legittima difesa", ma con questo programma finalmente ho potuto abbassare la guardia.
Già, perchè c'è amore in questo progetto chiamato Il senso della vita, c'è tanta passione, un irrefrenabile desiderio di mettere in scena uno spettacolo che qualcuno sognava da tempo.
Quando Paolo Bonolis, mesi or sono, dichiarava "A Mediaset mi danno l'opportunità di creare progetti interessanti, per questo me ne vado dalla Rai" si riferiva a questa nuova trasmissione (lasciamo da parte per un attimo la questione soldi).
Certo il titolo Il senso della vita è un po' spocchioso, ma è in pieno stile Bonolis: se non vi piace il Paolo "telepredicatore" non vi piacerà nemmeno il titolo; a me semplicemente non disturba e non esalta.
Questa trasmissione è elegante, garbata; per ora è una brezza leggera che muove le fronde della tv, ma spero che un giorno possa trasformarsi in un "uragano da prime time" per scacciare la statica idiozia dei reality.
Questa è una tv diversa, sperimentale, che miscela divertimento e serietà, cultura (sono già state registrate le interviste a due grandi scrittori) e frivolezze, proprio come accade, ogni giorno, lungo il cammino della nostra esistenza. Certo ogni tanto Il senso della vita è apparso un po' lento e ingessato (come nella parte dell'intervista all'addetto di banca rapinato e durante lo sketch dei lavori più strani e in quello degli uomini primitivi), ma queste sono cose che si aggiusteranno.
L'intervista tramite immagini è un esperimento ardito, ma è interessante vedere cosa porterà anche nelle prossime puntate: credo sia comunque un'idea intelligente (anche se alcune risposte di Placido ieri sera sembravano pura follia: l'uscita sulla Franzoni in primo luogo). Spontanea? Preparata? Non importa, io la vedo come semplice metodo alternativo/sperimentale.
So che il pubblico si spaventa di fronte alle novità in tv, è sempre stato così, ma mi sembra che il metodo Bonolis sia ad oggi il migliore se si vuole offrire divertimento miscelato a serietà, con il risultato non indifferente di poter trasmettere messaggi che difficilmente troverebbero posto nei soliti programmi d'intrattenimento.
Per ora, in Italia, credo non si possa fare altrimenti.
Ecco perchè giorni fa ho lanciato il mio appello contro i reality: vorrei che in tv ci fosse più spazio per questi esperimenti, che solitamente vivono in seconda serata per lasciare spazio ad aberranti programmi come L'Isola dei famosi: lasciamo piuttosto queste fesserie in seconda serata e portiamo altro in prima. Il pubblico non spegnerebbe comunque la tv per leggersi un buon libro, ne sono sicuro, ed i ritorni economici delle Reti ci sarebbero comunque.
Che ci si sia avvicinati ieri sera ad un concetto di tv intelligente?
Chissà se il pubblico lobotomizzato dall'invasione dei reality è pronto a cambiare rotta.
Io dubito.