Si può scrivere una valida sceneggiatura per una fiction con l’ausilio "automatico" di uno o più software?
Il disck jockey torinese Angelo Comino, informatico laureato in Intelligenza Artificiale, ha messo in rete un paio di capitoli ed il diario della genesi di una delle pochissime opere di fiction in lingua italiana generata con l’aiuto degli algoritmi digitali.
Comino ha infatti composto "Il Sogno di Eliza", edito da Addictions, servendosi di venti applicativi.
"Molti dei programmi che ho usato -chiarisce il D. J. – sono freeware accademici o shareware scritti da appassionati, ma non tutti. Alcuni sono software commerciali usati regolarmente dagli sceneggiatori che producono la massa di telefilm, soap opera e colossal che arriva dagli USA".
Comino ha curato i vari aspetti del testo servendosi di programmi specifici: Dramatica per definire la struttura narrativa, Reel People per fissare le tipologie dei personaggi ed Eliza per creare i dialoghi.
Il risultato è apprezzabile, secondo le valutazioni di molti critici. Ne esce fuori un cybernoir ambientato in una città fantasma, in cui si mescolano umanità e virtualità, osservata dalla stanza di un albergo da un giovane armato di colt.
Una città morente che simboleggia l’agonia del modo tradizionale di scrivere?
Forse, per ciò che riguarda la scrittura di plot narrativi versatili, seriali ed omogeneizzati, destinati alla vorace industria televisiva della fiction.
No, invece, per la letteratura, come sottolinea il romanziere Giuseppe Pontiggia, che centra con acume il limite di queste risorse: efficaci nel processare intrecci di racconto in modo automatico, ma incapaci di intervenire sull’abilità di linguaggio dell’autore.
"Questi software -sostiene Pontiggia- sono potenzialmente in grado di migliorare la qualità narrativa nella stessa misura in cui può farlo una scuola di scrittura ma sono utili solo se si accompagnano alla sensibilità del linguaggio: il loro limite è di dirottare l’attenzione sul problema ‘trama’, che assume un valore assoluto e interscambiabile tra romanzo, film o altro ancora, dimenticando che è necessario avere la padronanza dei mezzi espressivi che si adoperano.
È la mediazione del linguaggio la forza motrice, la trama è solo un dettaglio".
Vai a "Il Sogno di Eliza" on line, da cui si accede anche al progetto di scrittura collaborativa Eliza 2.0, che invita gli utenti a generare nuove versioni della storia con l’aiuto dei programmi informatici allo scopo di realizzare un nuovo libro ed un cd rom "collettivo" in collaborazione con la Biblioteca Multimediale di Settimo Torinese ed Addictions editore