Mi ero già espresso qui sul servizio de Le Iene che riguardava i parlamentari drogati.
Ora stiamo per raggiungere livelli da regime mai – o forse già – sperimentati in precedenza.
Irruzione notturna in casa del capo-Iene Daniele Parenti a Milano, sequestro del master della cassetta incriminata, rischio di una condanna a tre anni per violazione della privacy.(La Stampa)
Quello de Le Iene era sì un servizio perfetto per attirare pubblico, ma era anche un'inchiesta compiuta con metodi che, dalla notte dei tempi, fanno parte del giornalismo d'inchiesta, subdolo, a volte scorretto, e per questo valido e veritiero.
Come già vi avevo fatto notare è triste che una scomoda verità come questa sia stata portata alla luce da un programma d'intrattenimento, perchè si rischia di gettare tutto in un calderone che mischia audience a morale spiccia.
Ma ad essere sincero non è tanto l'irruzione a preoccuparmi (fa parte del normale svolgimento delle indagini) quanto quest'altra notizia:
La posizione delle Iene potrebbe essere aggravata dal nuovo pronunciamento che il Garante si accinge oggi a fare a proposito dell’altro servizio sul consumo di droga dei ragazzi in discoteca, ripresi anche nei bagni con telecamere nascoste ma soprattutto «testati» anche loro, con spugne nei wc che si impregnavano di urina.
(La Stampa).
Stiamo correndo ai ripari per mascherare una bravata?
No perchè il servizio sui ragazzi in discoteca è andato in onda almeno tre volte nel programma e risale a molto tempo fa. Il Garante, a quei tempi, se ne era completamente disinteressato.