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Se in Italia e più in generale, in Occidente si parla di tampon tax, di abbattere diversi tabù riguardo al ciclo mestruale e di prevenire le malattie e le infezioni, in altre parti del mondo si è ancora lontani da tutto questo.
In India, ad esempio, le cose sono nettamente peggiori, perché non si riesce neppure a nominare la parola “mestruazioni” e le donne con ciclo sono considerate delle emarginate della società. Vediamo cosa succede in India alle donne con mestruazioni.
Anche se potrebbe sembrare strano, purtroppo è tutto vero. In india, le donne durante il periodo mestruale vengono isolate ed emarginate, proprio escluse dalla società.
Tutto questo parte da un’antica credenza secondo cui l’individuo femminile, non appena avverte la comparsa di sangue, diventa automaticamente impuro. E per questo motivo, deve rispettare delle regole e delle restrizioni ben precise, cioè appunto escludersi dalla vita sociale del villaggio.
Ciò accade soprattutto nelle zone più povere e sottosviluppate dello Stato, come ad esempio nelle tribù Gond e Madia di Gadchiroli.
Per circa cinque giorni al mese, che di norma corrispondono ai giorni del ciclo mestruale, le ragazze e le donne in India vengono allontanate dalle loro abitazioni e isolate in delle capanne alla periferia del villaggio, vicino alla foresta. In questo arco di tempo, esse sono soggette, come detto, a severe restrizioni, che devono assolutamente rispettare perché considerate impure.
Non possono quindi vivere in società, recarsi o avvicinarsi a luoghi di culto come i templi o i santuari.
Ma soprattutto non possono prelevare acqua dal pozzo del villaggio e non possono avere contatti con gli uomini. Nel primo caso, per lavarsi o per lavare i panni, devono per forza raggiungere a piedi un fiume che si trova a un chilometro di distanza. Mentre nel secondo caso, sono obbligate a dipendere solo dai viveri che ricevono dalle parenti femmine. Infatti, se dovessero per qualche motivo entrare in contatto con qualche uomo, anche questi di conseguenza diventerebbero impuri.
Purtroppo queste donne sono costrette a vivere in condizioni pessime e nel terrore più assoluto. Quando infatti si devono trasferire all’interno delle capanne vicino alle foreste in quei cinque giorni al mese vivono male, terrorizzate dal fatto che risiederanno lì e verranno allontanate dalla loro vita.
Si aggiunga il fatto che le capanne sono realizzate in condizioni precarie, in fango e bambù, senza porte né finestre e con il tetto in paglia.
Sembra strano che ancora al giorno d’oggi si percepisca e si parli di mestruazioni come di una cosa indegna, non normale e non comune. Ma purtroppo il ciclo mestruale viene considerato come una vergogna e una condizione impura da allontanare ed emarginare perché non conforme alla società e alla tradizione indiana.
Fortunatamente sempre più organizzazioni stanno cercando di aiutare le donne indiane in difficoltà, offrendosi di costruire capanne più sicure. Però la strada verso la normalizzazione e l’accettazione delle mestruazioni e di tutto l’universo femminile è ancora lunga.
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