Innovazione tecnologica contro la violenza di genere: il progetto Pause

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La sfida della violenza di genere

La violenza contro le donne rappresenta uno dei problemi sociali più gravi e complessi da affrontare. Nonostante i progressi nella sensibilizzazione e nella legislazione, la sotto-rilevazione di questi episodi continua a essere un ostacolo significativo. Molte donne non denunciano le violenze subite, sia per paura di ritorsioni che per la reticenza a parlare di esperienze traumatiche. Questo porta a una mancanza di dati accurati, rendendo difficile la pianificazione di interventi efficaci.

Il ruolo dei pronto soccorso

I pronto soccorso sono spesso il primo punto di contatto per le vittime di violenza, ma possono anche diventare luoghi in cui le tracce di tali episodi si perdono. Medici e infermieri, oberati di lavoro, possono non riuscire a identificare i segnali di violenza, specialmente quando la vittima è accompagnata dal suo aggressore. Questo scenario ha spinto l’Università degli Studi di Torino a sviluppare il progetto Pause, un’iniziativa che mira a migliorare la rilevazione dei casi di violenza di genere attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale.

Il progetto Pause e l’intelligenza artificiale

Coordinato dal professor Daniele Radicioni, il progetto Pause si basa sull’analisi delle cartelle cliniche per identificare i casi di violenza di genere che altrimenti potrebbero passare inosservati. Utilizzando un sistema di apprendimento automatico, l’IA è stata addestrata a riconoscere schemi e segnali di violenza, creando un alert per i professionisti della salute. Durante la fase di sperimentazione, sono state analizzate circa 400.000 cartelle cliniche, rivelando oltre 2.000 casi di violenza, rispetto agli 800 identificati manualmente.

Implicazioni pratiche e future del progetto

Le implicazioni di questo progetto sono significative. Non solo potrebbe migliorare la rilevazione dei casi di violenza, ma potrebbe anche fornire un supporto cruciale alle vittime nel momento in cui decidono di denunciare. Le cartelle cliniche che documentano gli accessi per violenza possono diventare prove fondamentali in un eventuale processo. Inoltre, il sistema potrebbe facilitare la condivisione delle informazioni tra diversi ospedali, garantendo una maggiore continuità nella cura e nella protezione delle vittime.

Verso un futuro più sicuro

Il progetto Pause rappresenta un passo importante verso un futuro in cui la tecnologia può essere utilizzata per combattere la violenza di genere. Con un team motivato e la volontà di continuare la sperimentazione, l’Università di Torino si propone di sviluppare ulteriormente questo sistema, tenendo sempre presente la necessità di proteggere la privacy delle vittime. L’auspicio è che, attraverso l’innovazione e la collaborazione, si possano salvaguardare le donne e garantire loro un ambiente più sicuro.