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Aaron, 31enne di Roma, è un accompagnatore per donne, più comunemente conosciuto come gigolò. E’ un professionista che ha dedicato gli ultimi anni alle donne e alla loro felicità fisica ed emotiva, con percorsi a volte anche molto difficoltosi. Dolci e donne sono da sempre le sue passioni, ma quando ha deciso di fare del sesso la sua professione abbandonando la pasticceria? Com’è cambiato il suo rapporto con l’altro genere? Quanto guadagna Aaron, quante ore lavora al giorno, quali sono le difficoltà di una professione ancora troppo soggiogata da pregiudizi. Quali sono i segreti per far star bene una donna? Come attrarla sensualmente e come conquistare il suo cuore? Aaron, con la sua gentilezza, il suo carisma e la massima disponibilità, ci ha raccontato la sua storia, ha rivelato i suoi consigli e le difficoltà incontrate nel suo percorso, ma anche qualche aneddoto sulla clientela.
Il gigolò Aaron
“Ho deciso di lasciare la pasticceria e dedicarmi al sesso quando ho ricevuto la proposta”, rivela Aaron. Quindi ha spiegato: “Una cliente della pasticceria mi ha chiesto di passare una notte con lei, pagandomi. Inizialmente non ero su internet, avevo solo 2/3 clienti. Non pensavo neppure ci fossero donne che pagassero gli uomini. Su Internet invece ho scoperto questa realtà. La mia idea alle origini era travolgere il mercato. E così ho fatto”. Infatti, continuando a raccontarci la sua storia e il percorso che lo ha portato a questa professione, ha detto: “Mi sono fatto subito un sito internet, ho creato una video-rubrica dove affrontiamo argomenti tra i più disparati”. Si tratta di una sezione interamente dedicata alla sessualità. Non solo qual è la posizione preferita (con tanto di intervista ai passanti nel cuore di Roma): le donne possono parlare apertamente di sesso.
Sul suo lavoro ha tenuto a precisare che l’accompagnatore è “un esperto di sessualità e di seduzione. C’è anche un contorno che va al di là del sesso”. “Sono cresciuto moltissimo in questi 4 anni. All’inizio è stato difficilissimo. Sono stato un pazzo, ho rischiato: ho voluto fare bene il lavoro del gigolò, dando tutto me stesso per perseguire con determinazione questo percorso. Così ho abbandonato completamente il mondo della pasticceria, che era la mia unica entrata. Ci credevo molto, ho iniziato a fare una serie di corsi, tra cui imparare il tango e la baciata”. Quindi, confida: “Per me sarei dovuto diventare l’uomo perfetto. Ma i primi sei mesi sono stati durissimi, mangiavo solo pane, tonno e pomodoro”.
Gigolò, un mestiere per tutti?
Ma diventare accompagnatore per donne è davvero per tutti? Serve forse una particolare attitudine o una buona formazione? A tal proposito, Aaron chiarisce: “Devi sentirtelo dentro. Devi essere capace di affrontare ogni situazione”. Quindi ha aggiunto: “Chiamano anche donne che stanno affrontando un momento difficile della loro vita”.
Sulla sua esperienza personale ha spiegato: “Mi sono capitate donne che soffrissero di depressione o che abusavano di psicofarmaci. Devi essere pronto a tutto, altrimenti rischi di fare un danno”. E ancora: “Una volta sono stato contattato da una ragazza bipolare, seguita da una psicologa. Voleva passare una serata con un uomo. Cenare insieme e riscoprirsi donna. Per questo motivo, ho voluto accertarmi della situazione sentendo in primis la sua psicologa, alla quale ho chiesto anche alcuni suggerimenti su come comportarmi”.
Il suo lavoro lo impegna 20 ore al giorno: non solo fissare appuntamenti con le donne, nella vita di Aaron conta molto l’organizzazione del sito, del suo blog e gestire i tanti altri impegni. “In questo modo la tua vita diventa il lavoro e, viceversa, il lavoro entra nella tua vita”.
Il sesso è ancora un tabù
Nel XXI secolo quanto sopravvivono i pregiudizi attorno al sesso? Aaron ha un’idea chiara sulla questione: “Il sesso è ancora un grande tabù. Non è un caso che in Italia i locali per gli scambisti siano i più belli del mondo e che professioni come la mia siano così gettonate”.
“Più in una società c’è il tabù del sesso, più c’è la voglia di trasgredire”, ha giustamente commentato.
I servizi e la clientela
Entrando più nel dettaglio della sua professione, il gigolò ha spiegato: “Offro molti servizi alle donne. Non mi piace avere un “menù” che ti mostri le mie offerte. La cosa più importante che deve fare un accompagnatore è creare magia. In questo mondo manca la magia. La donna non ti chiama tanto per il sesso: io voglio essere la serata magica, l’esperienza che non ti aspetti”. La sua capacità di soddisfare i desideri e piaceri delle donne cambia a seconda della persona con cui ha a che fare. Infatti, ha spiegato: “Se mi trovo con una persona che ama la trasgressione, dovrò cercare di organizzare una serata un po’ più trasgressiva. Viceversa, se dall’altra parte c’è una ragazza più emotiva, bisognerà puntare maggiormente sull’emotività”.
Ma qual è il prototipo di donna ideale che vorrebbe avere come cliente? “Non mi baso tanto sull’estetica”. Infatti, sempre sorridente e loquace, ha ironizzato: “Oggi potrebbe passarmi davanti Belen Rodriguez: impossibile non notarla, ma finisce lì”. “Mi piace una persona simpatica, educata, gentile e che non metta barriera tra me e lei, così che si possa vivere l’esperienza a 360°. Adesso posso permettermi di scegliere avendo molta clientela: per prima cosa la donna deve essere educata. Con alcune, nasce persino un bel rapporto d’amicizia. Il bello è che ne deriva uno scambio: io entro nella loro vita e loro nella mia”.
Sulle donne over ha detto: “Difficilmente donne di 60 anni chiamano un gigolo. Sarebbero loro a sentirsi a disagio. Queste donne preferiscono una compagnia. Però per me non ci sarebbe nulla di strano ad accompagnare una 60enne. Quello che non sopporto è l’assenza di sintonia caratteriale, indipendentemente dall’età”. E le giovanissime non lo contattano? “Mi chiamano spesso”, spiega Aaron, a volte persino “per la loro prima volta”. La media d’età delle sue clienti è 30-50 anni.
Momenti imbarazzanti e proposte shock
Impossibile non vivere qualche situazione aneddotica, magari un po’ difficoltosa e imbarazzante. Infatti, Araron racconta: “Lunedì avrei avuto un appuntamento con una ragazza, ma il giorno prima ricevo una chiamata per disdire l’appuntamento, causa imprevisti sopraggiunti. Ma chi c’era dall’altra parte del telefono? La madre della ragazza. A me è sembrata una cosa folle, ma ormai ci ho preso l’abitudine. In questo mondo non mi sorprendo più di nulla”, ha detto ridendo.
Poi rivela: “Molto spesso ricevo chiamate dalle coppie: è molto intrigante. In questo caso si tratta di una realtà molto sessuale, ma la componente razionale non deve mai mancare: basta uno sguardo mal riposto per rovinare tutto”. Quindi l’aneddoto: “Una volta con una coppia mi è capitato di trovarmi molto male e me ne sono andato. Lei sembrava non volesse e anche lui sembrava viverla come una forzatura”.
E proposte dagli uomini? “Sono moltissimi i maschi che mi contattano. Ora sembra diffondersi un gusto tra gli uomini, sembra che a loro piaccia essere sottomessi. Io però non ho mai accettato. So di perdere una parte importante della sessualità, ma io sono attratto solo dalle donne”. Tra le sue clienti, inoltre, non mancano donne sposate e con figli.
Una donna nella vita del gigolo
Ad Aaron è mai capitato di affezionarsi a una delle sue clienti? “Si, ma si tratta di un sentimento che non è mai travalicato in amore, anche perché una donna che mi chiama lo fa solo per vivere un’emozione intensa”. E commenta ancora: “Vedere un film significa assistere a una finzione. Ma se quel film è capace di emozionarti, i sentimenti vissuti non sono assolutamente una finzione. Lo stesso vale nel mio rapporto con molte donne”.
Aaron è single, ma non sente il desiderio di intraprendere una relazione stabile? “L’amore ti rivoluziona la vita, qualsiasi lavoro si svolga. Tuttavia, il rapporto di coppia non ha mai fatto per me. Solo a 19 anni ho avuto una relazione, ma poi tutte frequentazioni di qualche mese. Io vivo di emozioni forti”. Ma se dovesse accadere: “La vita vera è una cosa, quello è il mio lavoro. E’ normale che lo direi alla mia compagna: se una donna tiene a me lo accetta”.
Il corrispondente femminile, la escort
Apparentemente uno è il corrispettivo dell’altro. Invece, ci spiega Aaron, tra gigolò ed escort esistono differenze sostanziali. Chiarissimo il suo giudizio a riguardo. “Ho conosciuto escort che odiano il loro lavoro, a differenza mia che lo amo. Per loro è molto più facile guadagnare soldi, vengono contattate da moltissimi uomini ogni giorno. Ricevono circa 10-12 appuntamenti al giorno”.
Quindi aggiunge: “Una ragazza che svolge questo mestiere mi ha confidato di non saper riconoscere per strada uomini incontrati solo poche ore prima. Io riconoscerei perfettamente una donna incontrata solo una volta quattro anni fa. Sono dinamiche diverse, loro non si evolvono continuando a tenere nascosta la loro realtà”. Ma precisa: “Tuttavia, uomini che chiamano escort e donne che chiamano gigolo lo fanno spinti dal medesimo senso di incompletezza, da un senso di solitudine, dalla sensazione di non sentirsi apprezzati e dalle molte paure”.
I consigli e le difficoltà
“A Natale si è tutti più buoni: è in quell’occasione che ho rivelato alla mia famiglia il nuovo percorso intrapreso”, ci rivela. “Ho fatto vedere loro il mio sito internet. Hanno reagito con una grande risata, non me lo aspettavo. Sanno la persona che sono, sono un gigolò non un malvivente. E’ piaciuto il mio progetto”. Ma ha aggiunto: “Ci sono stati dei contrasti solo quando hanno iniziato a invitarmi in alcuni programmi televisivi. La gente conosce e chiacchiera. Ma ormai è diventata una normalità. Ho perso alcune amicizie, ma ne ho acquisite tante altre. Non mi nascondo, sono fiero di quello che faccio”.
Ai ragazzi che sentono il desiderio di intraprendere questo percorso, suggerisce di far tesoro del suo corso. “Sto creando un corso di seduzione, che si terrà presso lo Sheraton Roma Hotel. Per settembre dovrà persino essere pronto il mio libro. E per chi vuole diventare gigolò, sto organizzando un mini-corso di 6 settimane in cui do indicazioni”. E ribadisce: farsi strada in questo mondo non è semplice, “ma io ce l’ho fatta. Possono contattarmi e potrò iniziarli in questo lavoro. Anch’io all’inizio avevo diverse paranoie: chissà cosa succede, chissà se sono persone per bene, quanto chiedo dopo un appuntamento e mille altri dubbi”. Stando a quanto raccontato dal gigolo romano, sono moltissimi i ragazzi che vorrebbero far diventare sensualità e sessualità un mestiere di vita: “Ricevo decine di e-mail alla settimana”, rivela.