Il passaggio è breve, si parte dall’Isola dei Famosi e si finisce sulla copertina di Max.
Anzi, sul calendario di Max, che richiede dodici nudità al posto delle tre o quattro richieste per un semplice servizio. Debora Salvalaggio ha preso la palla al balzo e ha donato al pubblico le due “palle” più richieste, offrendole con gli sfondi più disparati.
Certo, si parla di nudo d’autore, non sia mai che qualcuno provi ad abbozzare una timida protesta tipo: “Ah, d’autore?“. No, l’arte e arte, e come tale va trattata.
Il calendario da camionista è parte della moderna società del “vedo-non vedo, ma in realtà vedo tutto“. E voi ancora a scandalizzarvi? E’ anche più casto di qualche altro calendario proposto negli anni scorsi dai concorrenti maxiani. Ne ricordiamo qualcuno in versione lesbo, che però aveva fatto la felicità di tanti maschietti.
Comunque sia Debora Salvalaggio ha avuto la sua rivincita. Per un’avventura breve e finita male ne ha avuta una lunga e finita bene.
E queste sono cose che rendono felice una donzella che vive di immagine corporea.
Il suo curriculum è perfetto per un calendario di Max: ex Miss Italia, quindi inevitabilmente bona, concorrente in un reality, ex fidanzata di un calciatore, Simone Inzaghi.
Ha seguito le orme delle ex naufraghe: Aida Yespica, Elena Santarelli e Sara Tommasi. Non solo, scoop degli scoop, il fotografo Giovanni Cozzi l’ha fotografata in Sicilia, proprio dove Melita Toniolo aveva fatto quel popò di calendario che non lasciava intravedere nulla.
E poi la Salvalaggio ha fatto una dichiarazione degna di nota: “Il seno è naturale, non mi sono rifatta nulla“. Eggià, perchè lei ha il seno piccolo. Mamma e papà ancora non hanno visto il calendario, me ne andranno orgogliosi. Due tette al vento non hanno mai ucciso nessuno. Un popò in primo piano nemmeno. Buon calendario a tutti. Le “tutte”, invece, saranno lì a sbuffare per l’ennesimo esempio di mercificazione femminile.
Consolatevi, il vostro ragazzo/marito non vi vorrebbe così. Tuttavia rispetta la difficile scelta della Salvalaggio. Si tratta solo di solidarietà tra uomo e donna. Nient’altro.