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All’inizio del Novecento, lo scrittore triestino Italo Svevo dà avvio al romanzo italiano moderno grazie alla sua opera La Coscienza di Zeno.
Aron Hector Schmitz è il vero nome dello scrittore Italo Svevo, ormai presente su tutti i manuali di letteratura italiana a scuola. Egli sceglie quel nome proprio in funzione delle sue origini: Svevo nasce infatti a Trieste, una città di confine tra l’Italia e la cultura mitteleuropea, dalla quale verrà sempre influenzato nel corso della sua vita. Molti critici infatti hanno accusato Italo Svevo di non saper scrivere: questo accade proprio perché lo scrittore non aveva una pienissima padronanza della lingua italiana, essendo stato cresciuto a pane e tedesco.
Il giovane Svevo infatti viene mandato dai genitori a studiare in Baviera, per poi concludere i suoi studi in un istituto commerciale italiano. Si appassiona alla letteratura mentre lavora prima nell’azienda paterna e poi come impiegato in banca, due lavori che non amerà mai. Nel frattempo collabora con un giornale e inizia a scrivere i suoi primi lavori, pubblicandoli con uno pseudonimo. Nel 1892 pubblica il suo primo romanzo, Una vita, che spesso prende spunto da alcune vicende autobiografiche ma che non ha riscontro di pubblico.
Anche il secondo romanzo intitolato Senilità non ha successo, così Svevo si convince che l’attività letteraria non fa per lui e la abbandona quasi completamente, gettandosi a capofitto nel lavoro. Nel frattempo infatti aveva ottenuto un posto nell’azienda di vernici del suocero.
La svolta avviene nel 1907 quando conosce lo scrittore irlandese James Joyce, il quale lo spinge a continuare a scrivere. Nel 1923, dopo la fine del primo conflitto mondiale, Italo Svevo pubblica il suo capolavoro, La Coscienza di Zeno, che molto prende spunto dalle recenti teorie sulla psicanalisi di Sigmund Freud.
Il romanzo avrà successo solamente qualche anno dopo grazie alla divulgazione dell’amico James Joyce e di pochi altri scrittori italiani che lo apprezzeranno. Il 13 settembre del 1928 morirà a seguito delle complicanze dovute ad un incidente stradale, godendosi poco di quella fama letteraria che aveva tanto inseguito.
Nel 1895 Italo Svevo si fidanza con la cugina Livia Veneziani, il cui padre ha una fiorente azienda di vernici sottomarine.
L’anno successivo i due si uniscono in matrimonio e nel 1897 nascerà la loro unica figlia, Letizia. Quest’ultima morirà nel 1993 alla veneranda età di novantasei anni. Prima Svevo aveva avuto una relazione con Giuseppina Zergol, una donna del popolo che ispirerà il personaggio di Angelina nel suo secondo romanzo, Senilità.
Centrale nelle opere di Italo Svevo è la figura dell’inetto, un uomo che non riesce ad affrontare la vita e soccombe a ciò che il destino e gli altri gli impongono.
Lo stesso scrittore vede sé stesso come un inetto e molti dei romanzi infatti sono di ispirazione autobiografica.