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Nel parterre di ospiti di Serena Bortone ad Oggi è un altro giorno per la puntata del 14 aprile 2022, insieme ad Alvaro Vitali e Luca Bastianello, anche la scrittrice Jana Karsaiova.
Ecco tutto quello che c’è da sapere su di lei.
Nata a Bratislava nel 1978, Jana Karsaiova frequenta il liceo francese e passa la sua vita viaggiando tra Praga e l’Italia, in modo particolare tra Ostia e Verona, dove inizia anche la sua carriera come attrice.
Dopo un lungo periodo d’assenza la Karsaiova è ritornata sul campo dietro le quinte del teatro, per cui realizza anche dei corsi e ha anche intrapreso la carriera di scrittrice, con il suo primo romanzo edito da Feltrinelli dal titolo Divorzio di velluto che racconta la vita di Katarina ai tempi della separazione tra Slovacchia e Repubblica Ceca.
Come dicevamo, a Verona Jana Karsaiova ha iniziato a lavorare come attrice teatrale, ma non ha mai parlato sul palco, se non per una frase in slovacco, la sua lingua d’origine.
Per riuscire ad ottenere qualche battuta in lingua italiana era necessaria una pronuncia perfetta così la Karsaiova ha iniziato a memorizzare il suono delle proprie battute, ripetendole fino allo sfinimento.
Per scrivere il suo primo romanzo, Jana ha scelto la lungua italiana. Una sorta di omaggio verso il paese da cui si è sentita accolta e adottata. Quello con la nostra lingua per la scrittrice è stato un colpo di fulmine, ma almeno inizialmente non è stato facile per lei impararla. La Karsaiova infatti ha raccontato in diverse interviste della difficoltà di dover imparare ad esprimersi con una lingua totalmente diversa da quella d’origine, di fatto quasi come se dovesse imparare a parlare di nuovo.
Per poterlo fare la scrittirce ha studiato l’italiano da autodidatta aiutandosi con un vecchio dizionario italiano-slovacco che aveva trovato da un antiquario e il primo libro letto in lingua italiana è stato La coscienza di Zeno, di Italo Svevo. All’università Jana ha letto anche la Trilogia della città di K. dell’autrice Agota Kristof con cui ha in comune il fatto di scrivere in una lingua non sua, con la differenza però, che quest’ultima ha definito la lingua d’adozione come nemica.