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Il 2020 è l’anno delle donne per Forbes e per i Premi Nobel: ad aggiudicarsi quello della fisica è l’astronoma statunitense Andrea Ghez, invece ad aggiudicarsi quello della chimica sono Jennifer Doudna appunto e la collega francese Emmanuelle Charpentier. Ecco chi è Jennifer Doudna.
Jennifer Doudna: chi è?
Classe 1964, Jennifer Anne Doudna nasce il 19 febbraio a Washington in una famiglia di insegnanti: il padre è professore di letteratura inglese e la madre è professoressa di storia. Proprio per questo motivo, all’età di 7 anni si trasferisce insieme ai suoi genitori alle Hawaii, dove il padre insegnerà presso l’Università delle Hawaii e la madre in un college locale.
Nonostante le sue radici siano più prettamente improntate verso materie umanistico-letterarie, fin da piccola Jennifer si interessa alla chimica, strada che poi intraprenderà come studi e come lavoro. Si laurea infatti in chimica al Pomona College nel 1985. Prosegue col dottorato e lavora alla tesi presso l’Università di Harvard insieme al biologo canadese Jack Szostak. Riesce poi ad ottenere una borsa di studio post-dottorato che le permette di proseguire gli studi con il biochimico statunitense Thomas Cech (Premio Nobel per la Chimica nel 1989) presso l’Università del Colorado a Boulder.
Anche se il suo lavoro di ricercatrice chimica le occupa la maggior parte del tempo, è anche un’accademica. Lavora infatti come professoressa di Chimica Molecolare presso il Dipartimento di Chimica e Ingegneria Chimica dell’Università della California a Berkeley.
La scoperta di CRISPR
Ma oltre alla sua carriera universitaria e al suo lavoro di professoressa, la cosa più interessante della sua vita è lo studio e la ricerca. Infatti, insieme alla collega francese Emmanuelle Charpentier, la chimica statunitense Jennifer Doudna ha ricevuto il Premio Nobel per la Chimica 2020 grazie alla scoperta del sistema CRISPR. Che cos’è? Detto in parole semplici, il CRISPR è un metodo che riscrive le basi del DNA, passaggio fondamentale e decisivo per tentare di risolvere diverse malattie che hanno a che fare con la genetica.
Il nome per esteso è “Clustered Regularly Interspaced Short Palindromic Repeats”. Si tratta di un metodo ormai diffuso ed utilizzato da circa 10 anni che ha sì permesso di fare passi in avanti nella genetica. Ma ha anche rivoluzionato il lavoro dei laboratori di medicina e biologia. Ma come abbiamo appena detto, anche se è sul campo da un decennio e riconosciuto come scoperta geniale e innovativa a livello mondiale, non viene ancora testato sugli uomini. Il suo utilizzo è per ora limitato alle applicazioni della ricerca di base. Nello specifico per creare modelli animali di malattie che colpiscono l’uomo e per dare vita a piante che resistono a diversi tipi di funghi o batteri.
Insomma, il CRISPR si è rivelato uno degli strumenti più utili ed efficaci per la tecnologia genetica perché, come una sorta di forbici, permette di intervenire sul DNA di piante e animali, alterandolo con precisione analitica. Ma oltre a ciò, la sua versatilità si presta a diversi tipi di utilizzo, che lo rendono ormai indispensabile per la scienza.