Kamasutra: cosa significa e chi l’ha inventato

Ognuno di noi sa cosa sia il Kamasutra. Qui cercheremo di capire cosa significa e chi ha inventato questa parola e a cosa si riferisce.

“Per gli amanti uniti nell’estasi sessuale, è la passione che fa accadere le cose […] Nella battaglia del sesso gli amanti, accecati dalla passione e travolti dall’energia impetuosa non fanno attenzione ai pericoli […]”. Questa citazione è tratta dal capitolo 12 del Kamasutra, l’antico libro di origine indiana che dà consigli su eros, amore e sessualità. Al suo interno vengono, infatti, illustrate le migliori posizioni da tenere durante il sesso per riuscire a raggiungere il “kama”, che in sanscrito significa il piacere o l’estasi. Cerchiamo di capire qualcosa in più su questo libro, sul suo inventore e sul suo significato.

Kamasutra significato

Il Kamasutra è un antico testo indiano che studia il comportamento sessuale umano. È considerata un’opera molto importante nella letteratura sanscrita che ha come argomento l’amore, il desiderio, l’estasi, l’eccitazione e la sensualità, oltre che la sessualità in senso stretto. Il Kamasutra è stato scritto intorno al II secolo da Vatsyayana e il vero titolo del libro è Vatsyayana Kama Sutra, ovvero “Aforismi sull’amore di Vatsyayana”.

Il Kamasutra è composto di 7 libri che si pongono l’obiettivo di spiegare come raggiungere l’armonia umana. Secondo l’autore, sono quattro gli scopi che ogni uomo deve avere nella vita: il benessere, il piacere, il senso etico e la liberazione dal mondo materiale. Naturalmente, la parte più famosa è quella che tratta del piacere, che, secondo l’autore, può essere raggiunto in 64 modi diversi, chiamate arti. In particolare, ci sono otto modalità differenti per fare l’amore che si articolano in otto posizioni per un totale, appunto, di 64. Ogni posizione viene illustrata tramite immagini e viene normalmente definita con il nome di un animale.

La parte del libro dedicata alle posizioni sessuali, inizia affrontando l’argomento del bacio, per poi approfondire su temi come i preliminari, l’orgasmo, il sesso orale e anche le relazioni a tre. Nella cultura indiana, infatti, il sesso è una forma di unione divina che non ha nulla a che vedere con l’idea di atto peccaminoso che si è invece diffusa nel mondo occidentale.

L’opera completa affronta dunque questioni morali, tratta del corteggiamento e delle relazioni tra uomo e donna. In particolare, il primo libro parla del rapporto uomo donna; il secondo si concentra sul bacio, i preliminari, il sesso; il terzo si basa sul corteggiamento; il quarto sul comportamento che deve avere una moglie; il quinto riassume l’arte della seduzione; il sesto affronta l’argomento delle cortigiane, mentre il settimo capitolo spiega come ravvivare una passione che ormai si è spenta.

Kamasutra storia

L’autore del Kamasutra è Vatsyayana, un filosofo indiano che sembra essere vissuto durante il II secolo a.C. Secondo gli studiosi, Vatsyayana si limitò molto probabilmente solamente a raccogliere e rielaborare contenuti di altre opere, molte delle quali appartenenti alla cultura popolare, trasmesse oralmente. Il suo nome non deve essere confuso con Pakṣilasvāmin Vātsyāyana, lo scrittore del Nyāya Sutra Bhāshya, un libro sulle sutre del Gotama.

Di questo scrittore indiano non si sa purtroppo quasi nulla. Secondo le fonti, l’autore disse di aver scritto il libro mentre era uno studente di religione a Benares e, una volta terminata l’opera, pare che abbia affermato: “Il kamasutra non è e non vuole essere un trattato per soddisfare i nostri desideri. È semplicemente un libro sull’arte amatoria in generale, sui comportamenti più semplici da seguire sempre in nome del rispetto verso se stessi in primis e poi degli altri, anche in questo atto”.

Il testo del Kamasutra è stato composto in India e viene considerato una vera e propria guida al godimento sessuale, per raggiungere il quale vengono dati consigli spesso molto dettagliati. L’opera è uno specchio della cultura indiana, e più in generale della cultura orientale, che non vede l’atto sessuale come peccaminoso ma anzi come un ottimo modo per appagare i sensi e i desideri. Il corteggiamento e l’amplesso sono, infatti, importanti per la cultura indiana e vengono considerati un bisogno da soddisfare esattamente come il cibo.

Secondo la leggenda, l’opera avrebbe avuto addirittura origine divina. Il dio indiano Shiva, infatti, innamoratosi della proiezione femminile della sua figura e dopo aver goduto con questa i piaceri del rapporto sessuale, decise di tramandare le scoperte che aveva fatto dettandole al suo servo Nadir. L’attrazione è considerata un impulso naturale che non va mai represso ma, anzi, deve essere assecondato. Di conseguenza, l’origine dell’opera farebbe proprio riferimento alle dirette esperienze della divinità, motivo per cui non c’è motivo di vergognarsi nel mettere in pratica tali consigli.

Il rapporto tra uomo e donna viene ampiamente analizzato all’interno del trattato; è compito dell’uomo approcciarsi alla donna durante l’atto amoroso, facendola sentire a proprio agio, cercando di non avere fretta, ma facendo in modo di essere carino e dolce nei suoi confronti.

Scritto da Simona Bernini

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