Karl Lagerfeld è morto: il Kaiser della moda internazionale si è spento in queste ore, appena prima dell’inizio della Milano Fashion Week. Dopo la sua mancata comparsa sulle passerelle in occasione dell’ultima sfilata di Chanel nessuno aveva creduto che la sua salute fosse concretamente a rischio, quindi la notizia arriva come una doccia gelata.
Il mancato saluto a Karl Lagerfeld
Non si diventa Karl Lagerfeld da un giorno all’altro: la fama, il prestigio, il fascino e soprattutto la forza iconica del Kaiser sono stati costruiti nel corso degli anni con un’attenzione maniacale a ogni più piccolo dettaglio.
Mente, ma soprattutto cuore artistico pulsante della più grande maison di moda francese, Karl Lagerfeld aveva legato a doppio filo il proprio nome a quello di Chanel. La sua ultima sfilata, organizzata meno di un mese fa a Parigi, fu accolta con il consueto appassionato consenso dalla stampa specializzata e dal mercato ma, in maniera completamente inaspettata, non si concluse con la passerella d’onore di Karl Lagerfeld.
A sostituire l’imperatore fu mandata il suo braccio destro, Virginie Viard, la quale accolse gli applausi, ringraziò come da prassi e non diede alcuna spiegazione.
In molti giustificarono l’avvenimento immaginando che a ottantacinque anni il Kaiser cominciasse a risentire della fatica mentale e fisica necessaria a mettere in piedi un evento gigantesco come una sfilata di Chanel: nessuno si preoccupò.
Successivamente la maison fece in modo da mettere a tacere la questione prima ancora che si sviluppasse un vero e proprio “caso Lagerfeld”, confermando nei giorni successivi alla sfilata che semplicemente il Kaiser era davvero molto, troppo stanco.
Un’eredità difficile
Nel momento in cui una personalità forte, carismatica e assolutamente indimenticabile come quella di Karl Lagerfeld sparisce dal palcoscenico del mondo è naturale chiedersi cosa sarà la moda, e soprattutto il marchio di Chanel dopo di lui. La maison non ha ancora annunciato chi sarà l’erede designato a prendere il posto del Kaiser, ma tutto lascia pensare che Virginie Viard abbia ricevuto direttamente dal proprio mentore l’incarico di continuare il lavoro che i due avevano portato avanti per anni fianco a fianco.
La forza di un’icona
Karl Lagerfeld ha dimostrato più di molti altri stilisti quanto l’immagine personale possa essere fondamentale nel trasmettere un’idea di eternità e di immutabilità dell’eleganza nel continuo evolvere del gusto. Karl Lagerfeld ha fatto di se stesso un’icona scegliendo di indossare sempre la stessa identica divisa: camice candide dal colletto altissimo, impeccabile cravatta nera sempre perfettamente annodata, occhiali da sole che rendevano completamente imperscrutabile la sua espressione e la coda di capelli candidi degna di un gentiluomo di corte del 1700, il periodo storico che il Kaiser preferiva in assoluto e al quale aveva voluto ispirare le scenografie delle sue ultime sfilate parigine. Unica concessione alla modernità i guanti a mezze dita da cui spuntavano immancabilmente anelli preziosissimi: come a voler dire che se il cuore e la mente erano profondamente radicati nella tradizione, le mani sapevano anticipare la contemporaneità e plasmare l’avanguardia.