Katia Ricciarelli, un aborto e la passione per le slot

Fabrizia Volponi

Fabrizia Volponi nata ad Ascoli Piceno nel 1985. Laureata in "Scienze Storiche" e in "Scienze Religiose", sono da sempre appassionata di lettura e di scrittura. Divoro libri e li recensisco sul mio Blog Libri: medicina per il cuore e per la mente. Lasciatemi in una libreria, possibilmente piccolina e vintage, e sono la donna più contenta del mondo.

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Katia Ricciarelli, intervistata da Belve, il programma di Chiara Fagnani, racconta alcuni aneddoti molto intimi della sua vita: dalla richiesta che le fece Pippo Baudo di abortire alla sua passione per il gioco d’azzardo, considerata da molti una ludopatia.

Un’ intervista senza peli sulla lingua e, forse anche inaspettata da una donna come lei.

L’aborto

Katia Ricciarelli è stata ospite di Francesca Fagnani, nella trasmissione Belve, in onda ogni venerdì sul canale Nove del digitale terrestre. Un’intervista atipica e senza peli sulla lingua, sia da parte dell’ex moglie di Pippo Baudo che della padrona di casa. La Fagnani le chiede: “Che cosa le è mancato nella sua vita?”. Katia, senza pensarci risponde: “Dovrei dirti: un figlio, ma poi ho capito una cosa: se non è venuto doveva essere così, quindi questo accanimento che c’è a volte non va bene perché poi i rapporti si rovinano”.

Molto schietta la soprano, anche quando la giornalista le chiede: “Lei però prima di sposarsi rimase incinta di Pippo Baudo che la convinse ad abortire. Perché?”. Domanda molto intima, alla quale, molto probabilmente, la vecchia versione di Katia non avrebbe risposto. Oggi però è una donna nuova, diversa e ammette: “Perché evidentemente pensava che fosse troppo presto, eravamo appena fidanzatini, di nascosto, ma va bene così”. La Fagnani incalza: “Ma è una cosa che lei rimprovera più a se stessa o più a lui?”.

La Ricciarelli, senza rancore, risponde: “Nessuno dei due, anche questo fa parte del destino”. Sono convinta che se la giornalista le avesse fatto questa domanda i primi periodi della separazione tra la donna e Baudo, la Ricciarelli avrebbe demolito l’uomo.

Il gioco d’azzardo

Un altro argomento che potrebbe essere molto delicato, soprattutto in questo periodo, in cui la sensibilizzazione al gioco d’azzardo è ai massimi storici, è quello della passione di Katia Ricciarelli per le slot machine.

La donna, alla domanda del perché sia tanto attirata da queste disastrose macchinette mangia soldi, ammette: “L’adrenalina e soprattutto è un momento in cui mi trovo da sola con una macchinetta che prende tanti calci da me: “E damme una cosa, e damme un punto!”. Descrizione un tantino raccapricciante, soprattutto fatta da una donna, ma la moglie di Super Pippo continua: “Sono andata, mi ricordo, allora avevo la residenza a Montecarlo e sono andata lì, ho fatto una scala reale, bellissima.

Allora è arrivato il tizio, il tempo che lui andava a farmi il biglietto per la vincita che non ti dico nemmeno quanto se no cadi dallo sgabello”. A questa affermazione, Francesca Fagnani non può fare a meno di affermare: “Mi tengo stretta, ce lo dica”. Katia prosegue nella descrizione di quell’emozione, almeno questo è quello che la donna ha provato: “Per delle macchinette così 150mila euro fai conto. Il tempo in cui il cassiere stava per recarsi a fare la ricevuta che io ne ho fatta un’altra.

Però, guarda, sono stata due mesi senza lavorare”. Alla richiesta di rivelare quale è stata la sua perdita massima, la Ricciarelli afferma: “La volta peggiore sempre inferiore comunque ai 5mila euro. Io ho più vinto che perso, però vaglielo a dire alle persone che etichettano le altre come ludopatiche. È una bella parola questa, sembra davvero una malattia incurabile, no figurati, posso stare benissimo senza. Volevo tranquillizzare quelli che dicono io lo sia.

Però sai, siccome a me non frega un accidente di essere vista, io vado”. Bene, forse Katia dimentica che la ludopatia è una patologia riconosciuta dal Ministero della Salute e inserita nelle malattie psichiatriche. Da una donna intelligente come lei, non mi sarei di certo aspettata un’affermazione così, senza aggiungere che ha utilizzato anche lei la classica frase che chiunque ha una dipendenza pronuncia: “Posso smettere quando voglio”.