Katie Piper era una giovane e attraente ragazza inglese. Lavorava nel settore della comunicazione e partecipava sempre ad eventi mondani. Una donna bella, di successo, che tuttavia veniva spesso apprezzata unicamente per il suo aspetto fisico e avvicinata da persone poco raccomandabili. Quando però aveva conosciuto su Facebook Daniel Lynch, 28 anni, le era sembrato di aver finalmente incontrato una persona che aveva interesse per lei come persona e non solo per il suo bel fisico.
L’incontro con l’aggressore
Daniel era affascinante, gentile e romantico e queste caratteristiche, che lo rendevano praticamente perfetto, vennero confermate in occasione del loro primo appuntamento. Daniel la trattava come una principessa e Katie era finalmente convinta di aver trovato la persona giusta.
Tuttavia, subito dopo il loro primo incontro, il giovane si era mostrato molto frettoloso, come se volesse in qualche modo bruciare le tappe, ma la ragazza aveva prestato poca attenzione a questo atteggiamento. Con il passare dei giorni, Katie aveva iniziato a rendersi conto che spesso il ragazzo reagiva in maniera esagerata, e soprattutto violenta, anche per episodi di minima importanza. Ma ancora una volta non aveva dato peso a questo modo di fare.
Gli abusi e le violenze
Circa 15 giorni dopo il loro primo appuntamento, Katie decise di accettare di rivedere Daniel. La coppia, però, avrebbe questa volta trascorso un intero week end insieme. Il fine settimana d’amore si trasformò ben presto in un’esperienza di violenza e dolore. Il ragazzo che avrebbe dovuto essere il suo fidanzato aveva infatti picchiato e violentato Katie, e aveva poi minacciato di ucciderla praticandole diversi tagli su tutto il corpo con un rasoio. Tornati a casa, Daniel aveva anche intimato alla giovane di non raccontare a nessuno quanto accaduto e la ragazza, terrorizzata, aveva rispettato quanto imposto.
La ragazza, dopo questo incidente, si era chiusa in casa, determinata a non incontrare mai più il suo carnefice. Ma Daniel non la pensava allo stesso modo. Sapeva bene come convincere la giovane ad uscire.
L’aggressione con l’acido
A casa, infatti, Katie non aveva la connessione internet e così è riuscito a farla andare in un bar per potersi servire del computer. Prima di entrare nel locale, la ragazza è stata avvicinata da un senzatetto, o meglio, da quello che sembrava un senzatetto. Pensando volesse solo chiedere l’elemosina, non si è preoccupata della sua presenza. Quando però l’uomo le è stato abbastanza vicino, le ha rovesciato sul viso il contenuto della tazza che aveva in mano: acido solforico. Daniel aveva infatti deciso di fare un’ultima violenza alla bellissima Katie, trasfigurandole il volto. La ragazza, subito soccorsa dai presenti e dal’ambulanza, aveva ustioni di terzo grado su gran parte del volto e su altre parti del corpo. È stata a lungo ricoverata in ospedale, ha dovuto sopportare 12 giorni di coma farmacologico e 40 interventi per la ricostruzione facciale.
Katie, però, ha deciso che la sua storia non poteva passare sotto silenzio. Ha denunciato Daniel, il quale era già ricercato dalla polizia per aver rovesciato acqua bollente addosso ad alcune persone. Sia lui che il finto senzatetto, il suo complice Stefan Sylvestre, sono stati condannati all’ergastolo. Katie non ha voluto darla vinta ai suoi aggressori: ha iniziato a raccontare la sua storia, si è sposata e ha avuto una bambina e non ha mai voluto nascondere le sue cicatrici, triste memoria di quello che ha subito. Raccontare le proprie tristi e dolorose avventure è il modo migliore per combattere le violenze sulle donne. Katie lo ha fatto, scrivendo addirittura un libro.