Argomenti trattati
Keith Flint, frontman dei Prodigy, è morto suicida qualche giorno fa.
L’uomo, stando ad alcune dichiarazioni di chi lo frequentava abitualmente, aveva più volte espresso questa sua intenzione e, forse, si sarebbe potuta evitare una simile tragedia. Ma cosa ha fatto il cantante prima di compiere quel gesto estremo?
Keith Flint ha scelto di andarsene in un modo che molte star del suo calibro considerano un gesto dovuto, quasi celebrativo, ma che in realtà nasconde una grave instabilità psicologica.
Senza scendere nel dettaglio, il frontman dei Prodigy in un’intervista di qualche tempo fa aveva candidamente ammesso che quando si sarebbe stufato di vivere si sarebbe “ammazzato”. Stando ad alcune indiscrezioni però, sembra che gli ultimi giorni di vita di Keith siano stati pieni, ma che ci sia stato un avvenimento non proprio felice. Si vocifera infatti che Flint si sarebbe lasciato con la moglie, la DJ Mayumi Kai, soltanto pochi giorni prima del folle gesto.
La donna da gennaio è in Giappone, dove ha suonato in varie serate, quindi i due non si sarebbero più visti da settimane. Qualche ora prima di morire però, il cantante dei Prodigy avrebbe messo in vendita la loro casa nell’Essex da 1,5 milioni di sterline. Come mai questo gesto proprio poco prima di morire? Che la sua sia stata un’azione più che consapevole? Sembra quasi che Flint abbia sistemato tutte le sue cose e che soltanto con la tranquillità, se così vogliamo chiamarla, nel cuore abbia scelto di lasciare la vita terrena.
Circa tre anni fa, in un’intervista, Keith ha dichiarato senza mezzi termini che non aveva nessun tipo di prospettiva di lungo termine. Le sue parole, che oggi hanno un impatto diverso su chi le legge, recitavano: “Quando mi sarò stufato, mi ammazzerò. Giuro che non è istinto suicida, è una cosa positiva. Nel momento in cui inizierò a cagarmi nelle mutande, mi vedrete lanciarmi sotto un autobus”. Ora, possibile che il cantante dei Prodigy sia arrivato a questa situazione a soli 49 anni? Non possiamo saperlo, ma se la sua scelta è stata questa, qualche motivazione dovrà anche aver avuto.
Un dato che fa un tantino riflettere è che Keith, soltanto due giorni prima di compiere quel gesto estremo, ha partecipato a una gara podistica di 5 km, la Parkrun a Chelmsford, capoluogo della contea dell’Essex vicina alla cittadina di Dunmow dove risiedeva Flint. Il giornalista e runner Rob Hadgraft, presente alla gara, dopo aver saputo della morte di Keith ha voluto condividere la notizia attraverso il suo profilo Twitter, ma ha aggiunto anche un dato importante.
Si legge: “Una triste notizia su KeithFlint giunge solo due giorni dopo che pareva essere in grande forma e spirito alla Chelmsford Parkrun stabilendo il suo record personale di circa 21 minuti”. Stando alle immagini della gara podistica, il cantante dei Prodigy sembrava tranquillo e sereno, ma lo ‘storico’ dei maggiori morti suicidi della storia, ci dicono che in rari casi una morte del genere può essere prevedibile. Oltre al giornalista Rob Hadgraft, anche l’organizzatrice di Glastonbury, Emily Eavis, ha voluto scrivere sui social il suo pensiero.
Si legge: “Siamo tristi nel sentire la scomparsa di Keith Flint. Ha suonato qui tante volte con i Prodigy ed era prenotato per il 2019. Che frontman incredibile”. Insomma, Keith ha scelto di andarsene come più preferiva e pensare che è stato accompagnato anche da Luke Perry, morto senza la sua volontà perché colpito da un ictus, fa riflettere e non poco.