Argomenti trattati
Dopo un periodo di stop alle riprese e di conseguenza anche alle uscite a causa della pandemia da Coronavirus, anche il cinema italiano finalmente, riparte. È infatti appena uscito nelle sale L’Arminuta, film diretto da Giuseppe Bonito e tratto dall’omonimo libro di grande successo scritto da Donatella Di Pietrantonio, che proprio grazie a questo romanzo ha vinto il premio Campiello nel 2017 e, grazie anche ad un rinnovo dell’interesse suscitato dal film, è ritornato in classifica.
Secondo quanto detto anche dalla stessa autrice che ha assistito alla prima del film, la pellicola sembra essere molto fedele al libro e racconta la particolare storia di un abbandono, con tutti i traumi e le domande esistenziali che ne conseguono. Ma scopriamo di più.
L’Arminuta, al cinema il film tratto dal libro
L’Arminuta racconta la storia di una tredicenne abruzzese, mai chiamata per nome, abbandonata dai genitori da molto piccola e cresciuta in un’altra famiglia di cugini benestanti, che senza particolari spiegazioni si ritrova ad essere restituita alla famiglia d’origine, che non conosce.
La ragazzina si trova così ad affrontare una realtà molto diversa da quella in cui era cresciuta, fatta di difficoltà e di nuovi rapporti da costruire, non senza fatica. Primo su tutti quello con la madre d’origine, anche lei vittima di una cultura degli anni ’70 in cui, per sopravvivere, era concesso cedere i figli. Ma c’è anche l’altra madre, quella adottiva colpita improvvisamente da una malattia. A confortarla c’è l’amore fraterno, la sorellanza colma la mancanza dell’amore materno che la protagonista si è vista sottrarre non una, ma due volte, dalla madre biologica e da quella adottiva.
I temi trattati e il significato del titolo
I temi trattati tanto su carta quanto su pellicola sono tanti e molto profondi. C’è il tema centrale della colpa, sentimento che spesso prova, ingiustamente, l’abbandonato che si sente causa di questa difficile scelta. Ma è anche la colpa che sentono le madri, messe di fronte a questa scelta da una situazione di indigenza e dal bisogno di sopravvivere (e far sopravvivere, anche se lontano da sé, i propri figli). Ne L’Arminuta si affronta anche il senso di estraneità che prova la ragazzina, che si ritrova a dover ricostruire la propria ancora giovane vita, in un contesto per lei del tutto nuovo e soprattutto molto diverso da ciò che conosceva.
Ma perché Arminuta? Si tratta di un termine dialettale del vernacolo abruzzese che significa restituita. Una parola, che in questo contesto diventa molto eloquente a sottolineare una situazione disperata che coinvolge chi viene abbandonato.
Cosa sappiamo sul cast
Come abbiamo visto, il racconto si sviluppa principalmente attorno a quattro figure, tutte femminili, tanto diverse quanto legate dal filo invisibile dei rapporti famigliari, talvolta complessi. C’è la protagonista, L’Arminuta appunto, che è interpretata da Sofia Fiore, mentre Carlotta de Leonardis, di soli 8 anni, interpreta Adriana, la sorella. Vanessa Scalera è invece la madre biologica ed Elena Lietti è Adalgisa, la madre adottiva.