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La seconda parte del remake coreano della Casa di Carta è arrivata su Netflix a inizio dicembre 2022. Già dal rilascio della parte 1, l’adattamento della serie aveva riscosso un certo successo e portato lo show nella top ten del servizio di streaming.
Il remake della Corea è diretto da Kim Hong-sun e scritto da Ryu Yong-jae. I fatti narrati si collocano in futuro distopico in cui Corea del Nord e del Sud si sono riunite dopo lunghi scontri, istituendo un’unica moneta. A parte la contestualizzazione, pochi sono i cambiamenti attuati nel remake a livello di trama rispetto alla serie madre. Tali cambiamenti riguardano per lo più la storia personale di alcuni dei protagonisti e la maschera che questi indossano nel corso della rapina.
Casa di Carta Corea: significato della maschera Yangban
Nella versione originale spagnola della Casa di Carta abbiamo visto la banda indossare una maschera con il volto di Dalì, ma nella versione coreana si è scelta una figura che meglio rappresentasse la cultura del posto in relazione agli utenti della trama. Se Dalì è quindi divenuto il simbolo della ribellione nella versione spagnola, in Corea quale volto è stato scelto?
La maschera rappresentata nella Casa di Carta: Corea è quella degli Yangban. Si tratta cioè della classe sociale più importante della Corea per il lunghissimo periodo che va dal 1392 al 1910. Tale classe si costituiva da funzionari sia civili che militari, da cui il nome che letteralmente significa “due classi”. Tra i compiti di tale classe c’era l’intento di preservare l’arte e la cultura coreana, il che potrebbe far pensare a qualcosa di non troppo sovversivo. Nelle danze in maschera coreane, però, lo Yangban è considerato un personaggio di denuncia contro la corruzione della società nobile e dunque un simbolo di ribellione contro lo status quo e i potenti. Proprio da qui si può evincere la scelta di farne il simbolo della Casa di Carta: Corea.
Casa di Carta Corea 3: ciò che sappiamo sulla terza stagione
Considerato il successo dell’adattamento coreano su Netflix, possiamo aspettarci un rinnovo per una terza stagione? Tutto fa pensare a una risposta positiva, vista anche la durata della serie madre e la certezza, quindi, di poter sviluppare la storia. Ma al momento Netflix non si è ancora espresso sul rinnovo: d’altro canto è passato troppo poco tempo dal rilascio della Carta di Carta: Corea 2.
Quel che è certo, seguendo il modello del format, è che in caso di rinnovo la serie sarà confermata per una parte III e una parte IV, come accaduto alla versione spagnola, per un totale di dodici nuovi episodi rilasciati al solito in due momenti differenti. L’unico dato che potrebbe far dubitare circa il futuro della serie è relativo a una caratteristica della produzione coreana, che spesso predilige prodotti composti da una stagione sola e raramente si spinge oltre, probabilmente per un fatto di gusti e abitudini di consumo legate al territorio. Ma di certo Netflix ha cambiato le carte in tavola un po’ ovunque quindi mai dire mai.