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La Legge di Lidia Poet è una nuova serie tv che uscirà il 15 febbraio su Netflix, con protagonista Matilda De Angelis. Una serie che racconta una storia vera, quella della prima donna in Italia ad entrare nell’Ordine degli Avvocati.
La vera storia di Lidia Poet
Torino, fine 800. Una sentenza della Corte d’Appello sta dichiarando illegittima l’iscrizione di Lidia Poet all’Albo degli Avvocati, vietandole di esercitare la sua professione. La donna è laureata in Legge, ha superato brillantemente l’esame di ammissione e non ha violato il codice deontologico. Ma le è stato vietato lavorare in quanto donna. Parte da qui la storia raccontata nella nuova serie tv Netflix diretta da Matteo Rovere, disponibile dal 15 febbraio. Lidia Poet era nata a Torino il 26 agosto 1855, aveva studiato alla facoltà di Legge dell’Università di Torino. Il padre era morto quando lei aveva 17 anni e la madre aveva deciso che la figlia doveva avere le stesse opportunità dei maschi. Ha discusso una tesi sulla condizione femminile nella società e sul diritto di voto per le donne. Ha lavorato nello studio legale dell’avvocato e senatore Cesare Bertea per i due anni di praticantato, poi ha sostenuto l’esame per entrare nell’Ordine. È stata la prima donna ad affrontare questa impresa. Desiderato Chiaves, avvocato, giornalista e politico, e Federico Spantigati, parlamentare e vicepresidente della Camera dei Deputati si misero in mezzo e spettacolarizzarono il dissenso per l’ingresso nell’Ordine di Lidia con le clamorose dimissioni dall’Albo, di cui reputavano non fosse un onore essere membri se ne faceva parte anche una donna. Nel 1883 Lidia Poet fu espulsa dall’ordine, ma presentò ricorso, senza arrendersi. La Corte di Cassazione non accettò il ricorso. Non importava che Lidia fosse una brillante studentessa di Legge e che avesse superato un esame, non poteva esercitare in quanto donna. Lidia esercitò lo stesso la professione nello studio del fratello Giovanni Enrico, senza mai poter firmare gli atti. Le vennero affidati incarichi di prestigio per migliorare la condizione delle donne, degli emarginati e dei minori.
Lidia Poet divenne anche un’attivista
Lidia Poet è diventata anche un’attivista del suffragio femminile aderendo al Consiglio Nazionale delle Donne Italiane, la federazione di associazioni femminili impegnate per il miglioramento della condizione sociale delle donne fondato nel 1903, e godeva del rispetto e dell’ammirazione generale. Nel 1920, grazie alla legge che abolì l’autorizzazione maritale per le attività delle donne e che dava il via libera per accedere ai pubblici uffici, Lidia Poet tornò ad essere membro dell’Ordine degli Avvocati di Torino, all’età di 65 anni. Morì il 25 febbraio 1949, all’età di 94 anni. Oggi nel cimitero di San Martino del comune di Perrero una lapide la ricorda come la “prima avvocatessa d’Italia”. È ricordata anche con un cippo nel Palazzo di Giustizia di Torino, con una scuola secondaria di primo grado a Pinerolo e una a Frossasco, e con una via a Livorno e a San Giovanni Rotondo. La nuova serie tv Netflix racconta la sua vita e la sua battaglia per i diritti delle donne, il suo modo di combattere senza mai arrendersi e di mostrare tutta la sua intelligenza e la sua determinazione.